Teramo, approvata delibera rischio acqua del Gran Sasso
La Giunta Regionale ha approvato la delibera n. 33 del 25 gennaio 2019
“Gestione del rischio nel sistema idrico del Gran Sasso – DGR n. 643
del 7.11.2017. Definizione attività urgenti ed indifferibili”.
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso ribadisce quanto
già affermato con il comunicato del 22 gennaio scorso: l’atto segna un
passo avanti verso la soluzione del problema, ma siamo soltanto ad una
prima dichiarazione di intenti.
L’impianto generale conferma quanto sostenuto in questi due anni
dall’Osservatorio: molte delle nostre osservazioni si ritrovano nella
proposta della Commissione Tecnica Regionale, ma non c’è molto da
essere allegri perché tutto ciò dimostra che un coinvolgimento delle
associazioni avrebbe accorciato i tempi e impedito i continui
“rimandi” a cui si è assistito fino ad oggi.
Ci sono voluti quasi vent’anni, 82 milioni di euro, diversi incidenti
e sversamenti di sostanze, il sequestro dei Laboratori, un processo
con patteggiamento, un’altra inchiesta che ha portato a dieci indagati
coinvolgendo la Ruzzo Reti SpA, l’INFN e la Strada dei Parchi SpA,
decine di manifestazioni e iniziative pubbliche affinché, finalmente,
la Regione Abruzzo e gli enti coinvolti proponessero un piano per la
messa in sicurezza dell’acquifero.
Sul piano di messa in sicurezza l’Osservatorio si riserva di fare le
proprie valutazioni tecniche analizzando i documenti progettuali, ma
desta non poche perplessità il fatto che alcuni interventi siano stati
indicati come “urgenti ed indifferibili”, mentre per altri ci si
limiti a chiedere una valutazione di fattibilità tecnica con analisi
costi-benefici senza indicare i tempi entro cui concluderla e chi
dovrà effettivamente procedere a tale valutazione.
Assolutamente inaccettabile è poi che, ancora una volta, gli interessi
dei Laboratori dell’INFN risultino prioritari rispetto all’interesse a
bere acqua di 700.000 cittadini. Infatti, mentre la bozza di delibera
indicava il 31/12/2019 come data ultima e non procrastinabile per la
realizzazione del piano di dismissione degli esperimenti che
comportano l’utilizzo di sostanze pericolose oltre la soglia del DLgs
n. 105/2015 (Direttiva Seveso 3), magicamente nella delibera approvata
la data si sposta di un anno al 31/12/2020. La motivazione di tale
posticipo è contenuto in un passaggio della Delibera in cui si
sostiene che, in virtù di accordi internazionali, i Laboratori
indicano la data della fine del 2020. Eppure è noto da quasi due
decenni che determinate sostanze non possono essere stoccate a
contatto con un acquifero e tutti sapevano, quindi, che tale
situazione doveva essere superata da molto tempo! Concedere ulteriori
24 mesi per fare quello che si sarebbe dovuto fare da anni rappresenta
un nuovo schiaffo agli abruzzesi.
Comunicato stampa a cura dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso.