22 Novembre 2024
Cronaca Abruzzo

Abruzzo, tre Parchi senza presidenti e direttori

Questa mattina a Pescara, il WWF ha tenuto una conferenza stampa per illustrare la drammatica situazione in cui versa la governance della maggior parte delle aree naturali protette presenti in .

Come evidenziato da Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia, e da Luciano Di Tizio, Delegato del WWF Abruzzo, ormai sono più i parchi privi di direttore e presidente che quelli in regola. In partica su tre parchi nazionali, un parco regionale e un’area marina protetta presenti in Abruzzo, soltanto il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano hanno gli organi correttamente costituiti come prevede la legge.
Per il resto il quadro è molto preoccupante.

Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Dal 2 maggio 2019, con la fine del periodo di prorogatio di 45 giorni del presidente Antonio Carrara giunto alla fine del suo mandato il 17 marzo scorso, il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si aggiunge alla lunga lista di parchi nazionali italiani privi di presidenti. Considerando che lo stesso Parco è privo di un direttore dal febbraio 2017, il quadro di una delle aree naturali protette più importanti d’Europa, modello su cui si è costruito tutto il sistema dei parchi nazionali italiani, risulta veramente desolante.

Parco Nazionale della Majella
Non va certo meglio al Parco Nazionale della Majella che è privo di un presidente dal dicembre del 2017 e che dalla fine del 2018 è senza direttore dopo averne avuto uno part-time diviso con il Parco Regionale Sirente-Velino per circa 4 anni.

Parco Regionale Sirente Velino
Il Parco Regionale Sirente-Velino è quello che si trova nella situazione peggiore: è commissariato dal giugno del 2015, dopo che il precedente consiglio direttivo era decaduto a fine 2014 e prorogato per 6 mesi. Ad oggi sono quindi 1411 giorni consecutivi che il Parco risulta commissariato. In tutto questo tempo si sono avvicendati due commissari senza che la Regione trovasse la volontà politica di procedere alla nomina del nuovo consiglio direttivo e del nuovo Presidente. Il Parco è anche privo di direttore dal novembre del 2018.

Parco Nazionale della Costa Teatina (il parco fantasma)
Vi è poi il caso paradossale del Parco della Costa Teatina. Istituito con una legge del 2001 è rimasto fermo per volontà della Regione Abruzzo e del Governo nazionale che non ha mai provveduto alla sua istituzione, fino a quando nell’agosto del 2014 è stato nominato un commissario ad acta per la sua perimetrazione. Il Commissario, nei tempi stabiliti, ha consegnato una perimetrazione tra il giugno e il luglio del 2015. Da allora la perimetrazione giace in qualche cassetto ministeriale senza che il Governo abbia predisposto in quasi 4 anni il Decreto da sottoporre alla firma del Presidente della Repubblica.

Le Riserve regionali senza fondi
E per chiudere vi è la grave situazione in cui versano le Riserve abruzzesi. Ad oggi, a oltre 4 mesi dall’inizio dell’anno, non è stata predisposta la delibera regionale per la ripartizione dei fondi. Si sa solo che nel bilancio regionale erano stati appostati 1.850.000 € di cui 1.650.000 destinati alle 20 Riserve con Piano di Assetto Naturalistico e 200.000 (40.000 ciascuna) per le 5 Riserve (Borsacchio, Ripari di Giobbe, Punta dell’Acquabella, Grotta delle Farfalle e Marina di Vasto) sinora mai finanziate. Somma raggiunta in Consiglio Regionale grazie a un emendamento votato da entrambi gli schieramenti. Non è dato sapere quali siano le difficoltà per compiere un atto che dovrebbe essere di normale amministrazione. Tutte le Riserve sono in difficoltà, molti operatori sono in attesa di avere i contratti rinnovati e alcuni servizi sono sospesi. I soggetti gestori nella maggior parte dei casi stanno anticipando in proprio i fondi per cercare di andare avanti, ma lo fanno in un clima di assoluta incertezza. Ed è una situazione che si ripete ogni anno creando una assoluta impossibilità di programmare investimenti e interventi a medio e lungo termine.

Per i rappresentanti del WWF, aver lasciato il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Majella e il Parco Regionale Sirente-Velino senza guida da tempo, in alcuni casi da molti anni, è una grave responsabilità del mondo politico.
Senza nulla togliere a chi, a vario titolo, si trova a ricoprire ruoli in sostituzione di presidenti o direttori, questa condizione mortifica gli Enti, complica i rapporti con le comunità locali e soprattutto rende difficile la programmazione delle azioni di conservazione.
Il Ministero dell’Ambiente per i parchi nazionali e la Regione per il parco regionale e per le Riserve devono cambiare totalmente orientamento.
Le nomine vanno programmate per tempo e fatte allo scadere di quelle precedenti. E per ruoli così delicati vanno scelte persone competenti che siano capaci di dare un impulso positivo per la conservazione della natura e lo sviluppo sostenibile dei territori.
Il Governo nazionale, infine, deve risolvere una volta per tutte la vicenda del Parco Nazionale della Costa Teatina che ormai sfiora il ridicolo: una attesa di 18 anni per l’istituzione di un ente previsto da una legge dello Stato rappresenta una vera vergogna per un Paese civile.  

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