Teramo, basket, parla Valerio Costa
Nel mondo anglosassone e statunitense si usa il termine “sliding doors” per definire in modo metaforico il concetto che ogni giorno facciamo delle scelte, dalle più banali a quelle più importanti, che cambiano o possono cambiare il sentiero fino ad ora percorso. Nello sport è pieno di “sliding doors” che determinano la carriera di un atleta. In questo caso ci piace vedere sotto quest’ottica la stagione di Valerio Costa, il metronomo del Teramo Basket 1960. Per Valerio è stata un po’ una scelta “sliding doors”, una scelta che di fatto gli ha ridato nuovo slancio per il suo futuro da professionista e che lo ha visto tra gli under più interessanti, insieme ad Aromando, del Girone C e dell’intera Serie B.
Il play tascabile, classe ’97, nativo di Reggio Calabria era giunto a Teramo con un ruolo teoricamente da non protagonista (cambio del play titolare), con un passato cestistico sicuramente di tutto rispetto e di belle speranze (vedi le varie presenze in Serie A2 e con la nazionale azzurra giovanile e sperimentale) ma anche con una grande incognita legata ad un grave infortunio, che aveva determinato fin lì un brusco arresto nella sua crescita personale. Lo stesso coach Domizioli, ad inizio anno, aveva dichiarato che con Costa bisognava soprattutto lavorare da un punto di vista psicologico per fargli riacquistare fiducia nei propri mezzi e nel proprio potenziale. La scommessa è stata ampiamente vinta, con il numero 4 biancorosso che, una volta prese in mano le chiavi della squadra, ha fatto un campionato in crescendo e le cifre parlano chiaro: 8.3 punti, 41% da due, 30 % da tre, 75 % ai liberi con 3.1 rimbalzi e 3 assist a partita. Oltre alle statistiche ciò che ha contraddistinto Costa è stata la sua silenziosa leadership in campo, che gli ha permesso di dettare i tempi in modo maturo, da playmaker navigato e realizzare in più di un’occasione giocate decisive ai fini del risultato. A questo aggiungiamo il suo mettersi sempre a disposizione dello staff tecnico, ascoltando i consigli del coach e dei compagni di squadra più esperti, fungendo anche da prezioso collante per il gruppo nei momenti più complicati.
Valerio, che tipo di stagione è stata quella che si è da poco conclusa?
E’ stata una stagione difficile sotto tanti aspetti però alla fine abbiamo raggiunto l’obiettivo che era quello di salvarci e mantenere la categoria. Secondo me abbiamo fatto una seconda parte di stagione molto buona, caratterizzata anche da tanta sfortuna che non ci ha permesso di vincere molte partite. La squadra ha saputo sempre affrontare i momenti più difficili, dimostrando di avere carattere e soprattutto di essere un gruppo nel senso più autentico del termine.
Come giudichi invece la tua stagione?
Personalmente penso di aver ho fatto un buon campionato, ho acquisito di nuovo fiducia in me stesso e questo è merito di coach Domizioli che mi ha dato in mano la squadra in un momento delicato della stagione. Da lì mi è scattata la molla e ho capito che dovevo crescere ulteriormente di livello per poter ripagare questo ruolo di grande responsabilità. Sono contento perché sono cresciuto tantissimo ed esperienze del genere servono anche per responsabilizzarti e farti prendere consapevolezza delle tue capacità. Ovviamente ho ancora tanto lavoro da fare ma sono grato allo staff tecnico, ai miei compagni di squadra e a tutta la società e i tifosi del Teramo Basket 1960 per avermi dato fiducia ed aver creduto in me. Grazie a tutti.