Pescara, Istituto Aterno-Manthonè: consegnati i diplomi
Ieri mattina, nella sala conferenze della Casa circondariale San Donato di Pescara, si è svolta la cerimonia di consegna dei certificati di diploma agli studenti della sezione carceraria dell’I.t.st. Aterno-Manthonè, indirizzo Sistemi informativi aziendali (ragioniere-programmatore), che a giugno hanno sostenuto l’esame di maturità.
Il Dirigente scolastico, Antonella Sanvitale, insieme al Provveditore agli studi, Maristella Fortunato, e alla funzionaria Ernestina Carluccio, hanno consegnato i certificati agli studenti: Mario D’Alessandro, Giulio Di Pietro, Simone Grenga e Daniele Mancini. Un altro diplomato Andrea Di Muzio non ha potuto partecipare all’incontro perché nel frattempo è stato trasferito nel carcere di Chieti.
Consegnati anche i diplomi di scuola media agli studenti: Danut Anuta, Aniello Cozzolino, Aurel Lazri, Carlo Niola, Massimiliano Pesce, Marjo Stojani del Cpia – Centro provinciale per l’educazione degli adulti – diretto dalla Preside Michela Braccia e le pagelle agli studenti delle altri classi attive nella Casa circondariale.
Alla cerimonia hanno partecipato: le educatrici Cristina Olivieri e Ylenia Di Febo, in rappresentanza della Direttrice del carcere Lucia Di Feliciantonio; Maria Pastore, componente della commissione dell’Esame di stato; i docenti della scuola superiore e del Cpia Pescara-Chieti: Marta Capone, Claudia Colantonio, Donatella Ciaccia, Pierangela Dell’Oglio, Simonetta Di Benedetto, Alessandro Di Crescenzo, Assunta Pelatti, Michela Pitocco, Roberta Polimanti, e le responsabili della scuola in carcere Marina Di Crescenzo, per le superiori e Claudia Di Marzio, per le medie.
«L’attività scolastica svolta all’interno della struttura carceraria è ricca e stimolante. Chi ha portato avanti lo studio l’ha fatto veramente con impegno. Siete un esempio ed essere stata invitata è stato un privilegio», ha detto il Provveditore Maristella Fortunato. «Oggi ho avuto anche l’occasione di lasciare per qualche ora il mio ufficio dal quale, comunque, difendo con molto vigore l’operato dei vostri insegnanti. Credo molto, infatti, nell’importanza didattica della scuola in carcere e nel loro ruolo che anche voi avete avuto modo di apprezzare in questi anni. Mi impegno personalmente per far in modo che anche i detenuti del carcere di Pescara possano proseguire i loro studi in una delle facoltà universitarie della nostra città».
«La cultura è l’introduzione alla realtà. Voi avete accettato la sfida, il sacrificio, per affermare come il sapere ci rende veramente liberi», ha sottolineato la preside Sanvitale. «Uno degli aspetti positivi nel sistema delle carceri italiane è l’attenzione data all’educazione. L’educazione è, infatti, una delle armi principali per combattere la recidività. Non solo offre maggiori possibilità occupazionali, ma permette al detenuto di uscire dal suo contesto socio-culturale, apprendendo nuove visioni sul mondo e modi alternativi di vivere la vita».
Le possibilità offerte dalla presenza della scuola sono ampie e variegate: dal teatro, agli incontri con docenti universitari ed esperti sui temi più diversi, ai confronti con gli studenti “di fuori”, alla partecipazione a concorsi letterari, alle uscite didattiche.
Nel corso dell’incontro sono stati consegnati anche gli attestati del Progetto Pon “Impariamo a cavarcela”, tenuto dalla psicologa del lavoro, Elisa Maiolo, progetto finanziato dal Fondo sociale europeo e pensato come sostegno ai detenuti nel processo di reinserimento sociale, una volta raggiunto il termine della pena. Anche attraverso la metafora del gioco l’obiettivo è stato quello di rinforzare l’autostima e scardinare gli stereotipi e i pregiudizi. I detenuti, hanno allenato il pensiero laterale e sperimentato il problem solving creativo risolvendo problemi di varia complessità.
L’Istituto Aterno-Manthonè, da più di vent’anni, si dedica alla formazione e all’educazione degli adulti, con il corso serale per studenti-lavoratori e con il corso di Ragioneria nella Casa Circondariale.
Secondo quanto previsto dalla normativa penitenziaria, il trattamento delle persone condannate deve tendere, anche attraverso i contatti con l’ambiente esterno, al loro reinserimento sociale e deve essere attuato secondo un criterio di individualizzazione. L’istruzione è una delle più importanti attività trattamentali. Questi interventi esterni hanno la finalità di arricchire l’offerta formativa e di creare un ponte a livello culturale e umano fra il carcere e il mondo esterno.