Fano Adriano, Comune presenta decreto ingiuntivo per canoni non versati
Di Bonaventura: “Dopo i risultati raggiunti è il momento di stare insieme, decisione grave, incontreremo anche gli operatori”.
Il Comune di Fano Adriano, socio della Gran Sasso Teramano, insieme al Comune di Pietracamela, della Regione e dell’Asbuc (Usi civici) e della Provincia ha presentato un decreto ingiuntivo di 120 mila euro per i canoni pregressi non versati.
La società, in questi anni di difficoltà finanziaria, ha congelato, previa approvazione dell’Assemblea e corretta certificazione dei debiti, il versamento dei canoni sia all’Asbuc (proprietaria dei terreni degli impianti di Prati di Tivo) sia a al Comune di Fano proprietaria dei terreni degli impianti di Prato Selva).
Il decreto è arrivato ieri, qualche ora prima dell’Assemblea dei soci che si è svolta alla Camera di Commercio di Teramo, alla presenza, fra gli altri, dell’assessore regionale Pietro Fioretti (che rappresentava il socio Regione) del vicepresidente della Provincia Alessandro Recchiuti e del liquidatore della società, Gabriele Di Natale.
“Un fulmine a ciel sereno in un momento nel quale per la prima volta della storia abbiamo avuto una stagione continuativa ricca di soddsfazioni con migliaia di visitatori, abbiamo completato le manutenzioni straordinarie e abbiamo assicurato la stagione invernale che riapre, dopo decenni, puntuale l’8 dicembre.
Una decisione incomprensibile perchè mettere in ginocchio la Società significa farsi male da soli, questo era il momento di stare insieme e invece si apre una falla che rimette tutto in discussione.
A leggere la storia di questa zona, però, si tratta di un elemento ricorrente: se la montagna non impara a lavorare insieme ogni iniziativa, pubblica o privata, è destinata al fallimento.
Naturalmente riuniremo gli operatori turistici per condividere quanto accade e dialogheremo con il Comune di Fano, come del resto abbiamo fatto finora, per comprendere questo gesto che al momento, pare autolesionistico considerato il nostro impegno più volte ribadito di iniziare a lavorare per Prato Selva una volta sistemato Prati di Tivo” dichiara il presidente Diego Di Bonaventura.
“Possiamo fare tutti gli sforzi del mondo – afferma il vicepresidente Alessandro Recchiuti – ma se i Comuni non mettono da parte le singole questioni locali, che pure stiamo risolvendo, per una visione strategica, per il bene collettivo e il futuro del comprensorio sarà molto difficile risollevare le economie di questa area”.
L’Assemblea, ieri sera, ha votato la nomina di un avvocato per affrontare questa vicenda che, sostiene il liquidatore, Gabriele Di Natale: “mette un’ipoteca su tutti i passi, dovuti per legge, come il bando di vendita, che abbiamo messo in atto fino a questo momento. In questi mesi, grazie alla gestione privata e alle scelte compiute insieme, la società ha potuto ridurre al minimo le spese.
L’otto dicembre riapriamo con gli impianti a norma, un piano di sicurezza degno di questo nome, i cannoni recuperati e funzionanti.
Quello che sta accadendo non è certo una bella pubblicità e certamente scoraggia operatori e eventuali investitori”.