In Abruzzo diminuisce il lavoro e le persone fuggono
E’ quanto emerge dal rapporto della CGIL Abruzzo Molise. “I livelli occupazionali della regione, dal 2008 a fine 2018 hanno registrato una flessione del 2,4% rispetto ad un incremento del 2,3 % delle regioni del centro Nord. I primi due trimestri del 2019 confermano il calo dell’occupazione. Lavoro povero, part time involontario, disoccupazione giovanile denotano una scarsa qualità del lavoro. Fortunatamente ci sono in Abruzzo imprese innovative che sfruttano sinergie con i centri di ricerca, con le università, con le istituzioni locali e che puntano sulla sostenibilità ambientale”.
“Continua, poi – evidenzia ancora il sindacato – il processo di spopolamento dei piccoli centri, in particolare dei comuni delle aree interne. Dato davvero allarmante è la perdita dei giovani laureati: l’Abruzzo è al primo posto tra le regioni italiane interessate da questo fenomeno di emigrazione, con una percentuale del 35%. Gli abruzzesi si trasferiscono nelle regioni del Nord, ma anche in quelle del centro, prevalentemente nel vicino Lazio che è la seconda regione di destinazione degli emigranti dalle regioni del Mezzogiorno”.
“Fortunatamente – prosegue – sono tanti gli abruzzesi, particolarmente giovani che hanno un più elevato grado di istruzione e di professionalità, che invece di emigrare nelle regioni limitrofe, decidono di restare in Abruzzo scegliendo il pendolarismo. Oltre il 40% dei pendolari ha meno di 35 anni mentre quasi il 70% ne ha meno di 45. Anche in questo caso l’Abruzzo è la regione che ha la percentuale di pendolarismo maggiore tra le regioni del Sud, ma dal 2017 sempre più persone decidono di trasferirsi in via definitiva. Per arginare il fenomeno è importante che la Regione investa maggiormente su un sistema di trasporto pubblico efficace. Si deve puntare sul trasporto pubblico su gomma e sul potenziamento delle nostre ferrovie. I collegamenti con la Capitale oggi sono messi seriamente in discussione dalla politica regionale anche se costituiscono un servizio essenziale per i pendolari e se non saremo in grado di dare risposte adeguate assisteremo ad un ulteriore spopolamento delle aree interne. Poiché parliamo prevalentemente di giovani, spopolamento significa perdere il futuro della nostra regione”.