Valle Castellana, 8 marzo si vota se rimanere in Abruzzo o andare con le Marche
“Voglio che le persone si sentano libere di parlare e raccontare, non mi interessano le fazioni organizzate.
Il disagio di una popolazione che vive in condizioni ambientali molto complicate non può essere cavalcato da nessuna parte politica.
Valle Castellana deve rimanere a Teramo e non è una questione che riguarda solo la nostra provincia ma tutto l’Abruzzo”.
Queste le parole del presidente della provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura che ieri si è recato a Pietralta, una delle numerose frazioni di Valle Castellana, il comune a confine con il territorio di Ascoli Piceno dove l’8 marzo si vota per decidere se rimanere in Abruzzo o chiedere l’annessione alle Marche.
Valle Castellana fra i Monti della Laga, è uno dei territori interessata da fenomeni di dissesto idrogeologico con piccole frazioni scarsamente abitate e un reticolo di strade spesso interessato da frane e smottamenti.
“La vivibilità quotidiana è messa a dura prova – sottolinea Di Bonaventura – la manutenzione delle strade, qui, con le condizioni ambientali esistenti, ha costi altissimi e negli ultimi anni non c’è stata quella manutenzione costante ordinaria e straordinaria indispensabile a garantire una viabilità accettabile.
Valle Castellana deve rimanere a Teramo, non vogliamo nemmeno prendere in considerazione altre alternative che, peraltro, non sarebbero affatto risolutive dei problema di questa zona”.
Con i finanziamenti che la Provincia ha messo in campo, fondi sisma e manutenzioni, oltre ai due milioni e trecentomila già spesi, ci sono circa altri tre milioni coperti da finanziamento con il sesto stralcio Anas e con il Piano triennale delle opere pubbliche.
“Con questi fondi interveniamo nei tratti più critici – continua il Presidente – primo fra tutti quello che dal Ceppo sale a Pietralta e Morrice; sulla provinciale 52, sulla 49 e sulla 48.
Ma non è solo un problema di strade, anche per questo siamo rientrati nel COTUGE il consorzio che gestisce il comprensorio sciistico di Monte Piselli.
Un piccolo gioiello turistico che può contribuire alla rinascita di questa zona.
Come noto la Provincia non ha più alcuna competenza in materia turistica è chiaro che dobbiamo lavorare di concerto con la Regione Abruzzo: gli enti locali devono aggregarsi con progetti di comprensorio.
Dobbiamo sconfiggere il senso di abbandono che emerge forte parlando con i cittadini”.