Roseto, Ascom Abruzzo sulle criticità pista ciclopedonale
La ASCOM ABRUZZO espone quanto segue il presente atto ha la finalità di porre all’attenzione di questa spettabile Amministrazione Comunale le criticità presenti nel progetto proposto per la realizzazione di una “pista ciclo pedonale” che vuole collegare il capoluogo cittadino del Comune di Roseto degli Abruzzi alla vicina frazione di Voltarrosto sfruttando la viabilità stradale per autoveicoli già esistente, come si evince dall’elaborato grafico “tavola 01” del progetto esecutivo redatto dal tecnico incaricato Ing. Emiliano ALOISI.
ESPOSIZIONE DELLE CRITICITÀ.
I fattori che devono essere valutati per la progettazione, e successivamente la realizzazione, di una pista ciclabile sono molteplici e la normativa è ancora per molti aspetti carente, tant’è che spesso le regole fanno affidamento a regole di buon senso e di sicurezza, più che a un disciplinare tecnico codificato.
Nel progetto approvato dal Comune di Roseto degli Abruzzi, forse per contenere i costi, si fa eccessivo affidamento alla viabilità ordinaria, limitandosi a delimitare spazi per l’uso dei cicli, in certi casi creando disagi e situazioni di pericolo che invece questi tipi di intervento dovrebbero al contrario diminuire.
Di seguito si elencano ed analizzano singolarmente le criticità del progetto soprattutto in relazione ai benefici attesi:
- diminuzione sensibile dei parcheggi ad uso pubblico;
- problemi per i residenti diversamente abili o con difficoltà motorie;
- velocità di progetto-pendenze;
- intersezioni con viabilità veicolare esistente;
- intersezioni passi carrabili ed accessi.
- DIMINUZIONE SENSIBILE DEI PARCHEGGI AD USO PUBBLICO
È fisiologico che utilizzando la sede stradale esistente per la viabilità veicolare, si possa incorrere nella perdita di qualche parcheggio pubblico, ma, come si evince dal confronto dallo stato attuale e le tavole progettuali, in particolare la tavola 10 e 12 (doc. 1 relazione ed allegati) che descrivono le scelte progettuali tra Via Puglie, Via Piave e le rispettive intersezioni con Viale Europa, i posti auto ad uso pubblico che si vengono a perdere sono oggettivante elevati, a tal punto da chiedersi se gli standard urbanistici a riguardo siano o meno rispettati (Decreto interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444 e s.m. e i.).
La mancanza di parcheggi si fa particolarmente sentire, in quanto la zona si trova a ridosso della zona costiera, ad appena 150-200 mt dal lungomare, e che quindi per un terzo dell’anno, nel periodo estivo, si assiste ad un aumento della domanda di parcheggi che è un problema reale ed irrisolto a Roseto. una diminuzione consistente dei parcheggi ad uso pubblico è una criticità da non sottovalutare.
È inutile sottolineare quanto disagio questa problematica può gravare sui residenti, che vedrebbero un’opera cosi importante come la pista ciclabile, che è volta soprattutto alla vivibilità del vivere quotidiano, vedere invece peggiorare la fruibilità degli spazi, e, ironia della sorte, un’opera che ha come primo obiettivo limitare l’uso delle auto, riduce notevolmente la possibilità di poterla parcheggiare vicino la propria abitazione. - PROBLEMI PER I RESIDENTI DIVERSAMENTE ABILI O CON DIFFICOLTÀ MOTORIE
Come accennato nel precedente punto, pur volendo accettare la diminuzione dei parcheggi come tributo dovuto all’incentivazione dei veicoli non inquinanti, occorre a questo punto richiamare nuovamente l’attenzione al paragrafo 1.3 della presente relazione, dove si evidenzia che uno degli scopi che questo tipo di intervento si prefigge di perseguire, è quello della eliminazione delle barriere architettoniche.
All’interno del comitato promotore “Tutti in Via Piave” vi sono cittadini che hanno difficoltà motorie anche importanti, quindi l’eliminazione di questi parcheggi, costringe i residenti a parcheggiare a diverse decine di metri dalle proprie abitazioni. Se questo per persone normalmente abili a livello motorio, non è, e non dev’essere un problema la semplice traslazione dei parcheggi, ad anziani e persone con problemi crea un disagio non sostenibile, fino a condizionare la propria libertà di uscire e a centellinare le uscite da casa per diminuire al massimo il disagio.
Ovviamente questo non è un problema meramente tecnico, ma uno spunto di riflessione che non va assolutamente sottovalutato, anche per le ripercussioni di tipo psicologico del residente e all’aggravio di assistenza che può pesare su famigliari o assistenti a pagamento per svolgere le più semplici mansioni, e quindi depauperano l’individuo della propria autosufficienza. - VELOCITÀ DI PROGETTO-PENDENZE
Per scendere più nel dettaglio tecnico del progetto, si fa un richiamo alle velocità e alle pendenze di progetto.
L’art.8 del D.M. 557 del 30/11/1999 cita: “1. La velocità di progetto, a cui correlare in particolare le distanze di arresto e quindi le lunghezze di visuale libera, deve essere definita per ciascun tronco delle piste ciclabili, tenuto conto che i ciclisti in pianura procedono in genere ad una velocità di 20-25 km/h e che in discesa con pendenza del 5% possono raggiungere velocità anche superiori a 40 km/h.”.
L’art.6 del D.M. 557 del 30/11/1999 indica invece: “Per piste ciclabili bidirezionali ricavate dalla carreggiata stradale deve essere necessariamente adottata la configurazione in sede propria”.
Nel tratto che collega via Piave e Via mezzo preti al cimitero comunale e poi la frazione di Voltarrosto questa pendenza non è evidentemente rispettata. Si badi che la normativa non parla di pendenza media, ma semplicemente di pendenza. È altrettanto ovvio che nei raccordi e per piccoli tratti, l’aumento di pendenza è generalmente ammessa ma come si evince dalle successive Figura 1 e Figura 2, nel tratto preso in considerazione la pendenza supera più volte e di gran lunga la pendenza ammissibile.
Questo comporta un sia un problema legato alla sicurezza che è di immediata comprensione, e sia un problema di fruibilità in salita.
È quindi evidente che in questo tratto il tracciato non può coesistere col tracciato della strada esistente, ma deve essere creato uno nuovo, più lungo, che faccia si che le pendenze rientrino entro i limiti stabiliti (doc. 1 – figura 1 relazione, pagina 11 – figura 2 relazione, pagina 12). - INTERSEZIONI CON VIABILITÀ VEICOLARE ESISTENTE
Particolare attenzione va posta banalmente alle intersezioni con la viabilità veicolare ordinaria.
Il progetto attraversa diversi punti a senso unico di marcia per quanto riguarda i veicoli e ciò implica una maggior quantità di intersezioni; penso ad esempio alle intersezioni tra Via Piave con Viale Europa; Via Piave e Via Puglie ecc. ma anche alla biforcazione Viale Europa e Via Oglio. Tutti punti dove la visibilità e molto compromessa, sia per la presenza di molte abitazioni sia perchè si intersecano via a 90 gradi e con raggi id curvatura ridotti, e dopo una discesa, effettuare una curva ad angolo retto con una bicicletta, magari con un fondo non pulito seppur asciutto, può anche qui, creare deficienze di sicurezza.
Si evidenzia nella Tavola 10 del progetto esecutivo, anche l’intersezione in curva con una fermata dell’autobus in corsia interna, ciò comporterà un problema non da poco per la salita e la discesa degli utenti dei mezzi pubblici soprattutto bambini. Si ritiene che questo punto debba assolutamente ripensato a livello progettuale. - INTERSEZIONI PASSI CARRABILI ED ACCESSI
Per le stesse motivazioni di cui al precedente punto, e con riferimento a quanto scritto nella relazione doc. 1 al paragrafo 2.3 riguardante la gestione dei conflitti, si pone attenzione su un problema molte volte sottovalutato e a cui si demanda la soluzione alla semplice segnaletica come da normativa, l’esperienza a livello nazionale suggerisce di fare anche altre cose per attenuare il problema degli incroci tra gli accessi carrabili delle abitazioni e la pista ciclopedonale.
In linea generale, banalmente, si dovrebbe tentare di diminuire il più possibile questo genere di conflitti laterali, e quindi preferire percorsi con meno accessi carrabili, magari allungando il tracciato, e non inseguire in modo cosi rigoroso l’utilizzo della sede stradale esistente solo per un, seppur comprensibile, ragionamento di tipo economico e di ottimizzazione dei costi, perché, cosi facendo si rischia di venir meno ai principi ispiratori che ci portano oggigiorno a realizzare piste ciclo pedonali già elencati in premessa.
Tanto esposto la ASCOM ABRUZZO, in persona del Presidente Regionale e legale rappresentante pro tempore dott. Angelo Allegrino, constatato che il progetto proposto, valido nella sua generalità, presenta delle lacune tecniche e di buon senso che lo rendono di difficile accoglimento da parte dei residenti,
INVITA
la Vostra spettabile Amministrazione Comunale, nella persona del Sig. Sindaco Avv. Sabatino Di Girolamo, a rimodulare il progetto tenendo conto delle criticità rilevate dall’Architetto Luigi Di Lodovico, che hanno un fondamento tecnico-normativo, e considerando le problematiche che andrebbero a colpire i residenti delle zone interessata alla realizzazione della pista ciclabile, oltre che alla sicurezza dei ciclisti, pedoni, automobilisti, senza, infine, tralasciare le problematiche che potrebbero aversi per la viabilità cittadina e per il T.P.L. avendosi una riduzione della carreggiata delle varie strade interessate.
Un possibile tracciato alternativo potrebbe essere quello di sfruttare maggiormente la viabilità del lungomare sud ed utilizzare la viabilità interna che porta poi verso le frazioni, cosi facendo si attraversano zone meno densamente abitate e si allunga il percorso, risolvendo sia il problema delle pendenze, sia, in buona parte quello della gestione dei conflitti laterali.
Oppure, volendo rimanere più o meno fedeli al progetto del Comune, ipotizzare dall’intersezione con la Statale 16 a salire, un percorso che a tratti si discosti dalla viabilità veicolare e dia vita ad uno proprio, più lungo che attenui la pendenza e per quanto possibile eviti le zone più densamente abitate durante tutto l’anno.
La ASCOM ABRUZZO si rende conto che queste variazioni porteranno un aggravio di spesa per le casse comunali e quindi dei cittadini tutti, ma riteniamo questo sforzo necessario per evitare che un opera del genere vado contro gli stessi principi per cui è stata pensata e creando problematiche per i soggetti con problematiche motorie e creando problemi di sicurezza ai ciclisti.
Ricordando che chi va in bicicletta merita il lusso di poter viaggiare con una soglia di attenzione più distesa e il percorso proposto dalla Vostra Spettabile Amministrazione va nel senso opposto a questo desiderio”.
riceviamo e pubblichiamo da:
ASCOM ABRUZZO
Presidente Regionale
dott. Angelo Allegrino
Presidente Roseto degli Abruzzi
Ins. Bernardina Prosperi