Roseto, “siam pronti alla morte”. Aveva ragione l’amico Gigino
Quando, alcuni anni fa, l’amico collega “Gigino” tornò dal suo viaggio in Trentino Alto Adige, mi raccontò che per poco rischiò di essere tradotto in carcere.
Era salito lassù in terra germanica-italiana a trovare sua figlia e fin qui nulla di strano.
Il mattino successivo girando per la città notò che sulle indicazioni prima i nomi erano scritti in germanico e sotto tradotti in italiano.
Per lui la cosa era strana visto che essendo in Italia, caso mai prima il nome di una via, di una attività, di una insegna, lui da bravo maestro, l’avrebbe prima scritto in italiano e forse poi in germanico.
Ma la cosa divenne tragica quando entrò in una panetteria e chiese in italiano una pagnotta di pane.
Sia il titolare che la commessa fecero finta di non capire la richiesta fatta in italiano da Gigino, e quindi non lo servivano.
Conoscendolo, mi immagino il casino che un giornalista italiano, in terra italiana, entrando in un negozio italiano, non veniva servito dai due germanici-italiani per un semplice dispetto.
Per farla breve arrivarono i carabinieri e dopo aver chiarito la questione e una buone dose di parole volate nei confronti dei panettieri, il nostro Gigino fu rilasciato e non scattò la denuncia.
Quando tornò nella sua Roseto e mi raccontò quello che gli era accaduto io non volevo credere alla sue parole.
Oggi però con una vignetta disegnata dai soliti germanici-italiani mi convinco sempre più della scialba presunzione di un popolo italiano che vive in Italia ma nella testa e nelle abitudini si definisce germanico.
Aveva ragione l’amico Gigino e quell’atto incivile di oggi ne è la conferma.
In queste ore sui siti e profili social degli Schuetzen dell’Alto Adige, organizzazione paramilitare anti italiana, sta girando una vignetta aberrante che ironizza sulle drammatiche morti per coronavirus giocando sull’inno di Mameli e sulla frase siamo pronti alla morte.
Qui di seguito la posizione di Fratelli d’Italia, nei confronti di un episodio innescato dai soliti germanci-italiani del Trentino Alto Adige che stanno scherzando sul coronavirus, e sulle 4000 vittime italiane con una vignetta che potevano sinceramente risparmiarsi.
“Un atto indegno che denunciamo a tutte le Istituzioni preposte affinché in rispetto dei nostri connazionali che hanno perso la vita vengano rimosse queste forme di violenza anti italiana”.
Lo afferma Alessandro Urzì, consigliere della provincia di Bolzano e della Regione Trentino Alto Adige per Fratelli d’Italia – L’Alto Adige nel cuore
“È a dir poco disgustosa, volutamente ambigua e quanto mai lontana dalla satira la vignetta che da ieri circola sui siti e sui profili social degli Schuetzen dell’Alto Adige.
Già scherzare sulla morte e sulla sofferenza è di per sé fuori luogo, ma farlo sulla pelle di migliaia di italiani che stanno pagando il tributo di sangue più alto al mondo per il coronavirus, è vomitevole e merita una presa di distanza netta e durissima”.
Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.
“Il nostro popolo sta vivendo uno dei momenti più drammatici della propria storia: da una parte conta tante, troppe vittime cadute sul campo, dall’altra sta facendo leva su milioni di cittadini che uniti dalla forza e dai simboli, tra cui l’Inno nazionale sulla cui strofa del “siam pronti alla morte” gli Schuetzen fanno la chiosa, stanno coraggiosamente affrontando l’emergenza con sacrificio e profondo spirito di appartenenza identitaria.
C’è solo da prendere rispettosamente esempio, altro che schernire e umiliare nascondendosi dietro a un presunto diritto di satira.
Pretendiamo scuse pubbliche immediate e la rimozione della vignetta da tutti i siti web e dalle pagine social”, conclude Lollobrigida.