22 Novembre 2024
Cronaca Abruzzo

Pescara, nasce la rete adriatico ionica dei Centri di Recupero Tartarughe Marine

tartarughe marine

Questa volta la “Rete” non rappresenterà una minaccia ma al contrario una speranza per le tartarughe marine che frequentano l’Adriatico e lo Ionio per nutrirsi e per deporre le uova. Dopo una fase preparativa durata quasi 8 mesi (complice anche il Covid), ha visto infatti la luce in questi giorni la Rete Adriatico-Ionica di coordinamento tra i Centri di Recupero Tartarughe Marine, in sigla Adrionet CRTM.

Le premesse erano state poste nel dicembre dello scorso anno, a Città Sant’Angelo (PE) durante il XIII convegno nazionale del Centro Studi Cetacei che è stata l’occasione per riunire i vari attori e nel quale era emersa la necessità di collaborare per ottimizzare i risultati. La formula scelta è quella del protocollo di intesa, firmato da 6 CRTM che operano nei mari Adriatico e Ionio: Centro Studi Cetacei, CRTM “Luigi Cagnolaro” di ; Museo di Storia Naturale del Salento di Calimera; Fondazione Cetacea, centro di Rimini/Riccione; Oasi WWF di Policoro; Area Marina Protetta di Torre Guaceto; WWF Molfetta. Naturalmente saranno possibili, e sono anzi auspicate, ulteriori adesioni.

Della rete fanno parte anche professionisti che, pur non strutturati in forma di CRTM, sono coinvolti, sul piano scientifico e/o operativo, nelle tematiche connesse al recupero delle tartarughe. Attualmente queste figure rappresentano la Societas Herpetologica Italica, il CNR-IRBIM di Ancona, l’Istituto Zooprofilattico di Teramo e le università di Bari, Pisa e Foggia.

Gli obiettivi sono ambiziosi: coordinamento e standardizzazione delle modalità e dei protocolli di intervento; condivisione delle esperienze gestionali; regole comuni nella raccolta dei dati con la finalità anche di realizzare studi a più ampio raggio e di maggiore rilievo scientifico; accrescimento della capacità di influenza nei confronti dei decision makers e, analogamente, realizzazione di campagne di informazione rivolte ai cittadini per favorire programmi e iniziative finalizzati alla salvaguardia delle tartarughe e più in generale della biodiversità e delle buone condizioni dei mari Adriatico e Ionio in tutte le loro componenti.

La Rete sarà gestita da un Comitato tecnico (un rappresentante per ciascun aderente), da un segretariato e da un coordinatore-portavoce. Tutti gli incarichi avranno durata annuale e saranno svolti a rotazione dagli aderenti.

Che cosa cambia in concreto è presto detto: in passato ciascun centro operava per proprio conto o al più in collaborazione con quelli confinanti con metodologie, di azione e di raccolta dati, difficilmente comparabili, anche se tutte ispirate alle “Linee Guida per il recupero, soccorso, affidamento e gestione delle tartarughe marine ai fini della riabilitazione e per la manipolazione e rilascio a scopi scientifici” varate da Ispra nel 2013 (che oggi avrebbero peraltro bisogno di un aggiornamento). La Rete consentirà di ottimizzare i risultati attraverso scambio di informazioni, di buone pratiche e collaborazione concreta in mare e all’interno dei centri.

Una svolta epocale (non più competizione ma condivisione nella consapevolezza che insieme si riuscirà a ottenere migliori risultati) e insieme la dimostrazione che chiudere con un passato, a volte confuso, di divisione e “concorrenza” e ottimizzare le risorse materiali e intellettuali nell’interesse superiore della salvaguardia ambientale è una strada che si può percorrere e che dovrebbero via via imboccare tutti i CRTM italiani e non soltanto loro. Adrionet rappresenta una aggregazione dal basso, nata grazie alla comune volontà di crescita, condivisione, valorizzazione e professionalità degli “addetti ai lavori’ a prescindere da “bandiere” o territori. Un impegno concreto che può essere raccolto anche dalle autorità competenti quale buon esempio da seguire.

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