Lanciano, a Venezia Remo Rapino vince il Campiello
“Vedere ieri sera Remo Rapino sollevare a Piazza San Marco il Premio Campiello ha riempito il cuore di gioia a tutti.
Nell’anno drammatico del Covid-19, Piazza San Marco è stata la sintesi dell’Italia che non si arrende.
Sul palco tra gli autori in finale c’era quel mix di culture straordinarie che fanno dell’Italia il Paese più bello del mondo.
La vittoria di Rapino con il suo libro ‘Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio’, una sorta di Forrest Gump della provincia abruzzese, raccontato a Venezia, è una bella prova di bellezza della cultura italiana; proprio l’autonomia su cui stiamo lavorando nell’unità nazionale esalta l’insieme delle nostre culture, delle nostre eccellenze.
Il Campiello in piazza San Marco e le stesse parole del Presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro sul mix tra industria e cultura racchiudono la sintesi di quanto sia necessario tenere le imprese sempre attaccate alle strade, ai marciapiedi, alla vita reale di questo Paese.
Per questo abbiamo il dovere di dire grazie agli Industriali veneti esempio lungimiranza e generosità”.
Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, oggi a Venezia in occasione della Regata Storica.
Vince una cocciamatte, lo scemo del villaggio, pazzo ma illuminato e illuminante.
È il protagonista di Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio il romanzo che ha vinto il premio Campiello degli industriali veneti.
L’autore Remo Rapino, classe ’51, vive a Lanciano e insegnava Filosofia al liceo.
Nella voce di Liborio c’è tutto il ‘900, la fabbrica e il manicomio, la guerra e la Resistenza, Mussolini e donn’Assunta la maîtressa.
Spiega Rapino: “Lui è una via di mezzo fra Don Chisciotte e Forrest Gump, un personaggio ispirato da una canzone di De André e dalla volontà di raccontare una storia a partendo dalla marginalità. E’ più difficile inventare un linguaggio che una storia”.