22 Novembre 2024
Cronaca Abruzzo

Teramo, vaccinazione in Abruzzo, considerazioni di Gianguido D’Alberto

Gianguido

Gianguido D’Alberto, nella veste di Sindaco ma anche di Presidente regionale ANCI, al termine della campagna vaccinale che ha interessato gli ultraottantenni di , coronata da lusinghiero successo visto il 90% di vaccinati, esprime alcune osservazioni e proposte inerenti il più generale piano vaccinale nella regione , a partire dalla considerazione che la campagna di vaccinazione rappresenta con evidenza uno snodo fondamentale nella comune battaglia di contrasto alla diffusione del virus.

La prima osservazione di carattere generale è la necessità della definizione di linee-guida per l’intero territorio regionale, contenenti direttive uniformi relative alle procedure di coinvolgimento dei Comuni nell’organizzazione, nella logistica e nelle procedure per la chiamata delle diverse categorie alla somministrazione, visto che attualmente la situazione si presenta molto diversificata tra le ASL. È evidente che la campagna di vaccinazione non possa esaurirsi in poco tempo, pertanto per D’Alberto è indispensabile definire un protocollo operativo, organizzare la logistica nella ricerca delle sedi e del personale sanitario e ausiliario, affinare le procedure di convocazione delle diverse categorie in maniera che siano uniformi sul territorio regionale e semplificare e migliorare l’accesso alla piattaforma digitale.

E’ poi necessario recuperare chi non si è vaccinato, anche perché risulta che, a livello regionale, quasi il 50% della popolazione ultraottantenne non risulti iscritta nella piattaforma. Si potrebbero pertanto attivare iniziative per dar luogo a forme di pubblicizzazione ed assistenza digitale nella registrazione di persone che sicuramente hanno difficoltà con gli strumenti informatici.

In questo senso, ma anche in termini più generali, è pertanto necessario che la piattaforma per le iscrizioni rimanga sempre aperta, senza scadenze temporali, per determinare un nuovo elenco di soggetti da vaccinare, dando la priorità alle categorie fragili, deboli e alle persone esposte. Se non si predispone un piano vaccinale che tenga conto di questa scala di priorità, secondo il presidente regionale ANCI, si rischia di perdere l’efficacia reale del programma e di produrre effetti solo parziali.

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