Teramo, Meeting Internazionale “La Scienza per la Pace”
Vi presentiamo l’ntroduzione del rettore Dino Mastrocola enunciata al Meeting Internazionale “La Scienza per la Pace” a Teramo.
“È con profonda gratitudine che saluto e do il benvenuto agli illustri relatori e a tutti gli ospiti sia presenti nell’aula Magna dell’Università degli Studi di Teramo, sia collegati in videoconferenza.
Ringrazio dal profondo del cuore Papa Francesco per la partecipazione con un videomessaggio al meeting internazionale “La Scienza per la Pace”
Un saluto particolare e un sentito ringraziamento vanno alla Signora Ministro dell’Università e della Ricerca, Prof.ssa Maria Cristina Messa e a Monsignor Dario Edoardo Viganò, Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze che ci onorano con la loro presenza, dando ulteriore lustro al meeting odierno.
Un sentito ringraziamento a tutto lo staff che sta curando l’organizzazione del Meeting e a Monsignor Lorenzo Leuzzi “motore mobile” di tante iniziative culturali e scientifiche nel nostro territorio.
Preparando questo mio breve intervento mi sono tornati in mente i versi di un poeta che ho molto amato:
“ ..e tu, Cielo, dall’alto dei mondi sereni, infinito, immortale; oh! d’un pianto di stelle lo inondi quest’atomo opaco del Male”.
Io penso che siamo qui oggianche per cercare di confutareil senso della poesia “X Agosto” di Giovanni Pascoli, nel quale la terra non è altro che un minuscolo frammento intriso di male che il cielo può solo ricoprire di un pianto di stelle.
Da quale premessa muoviamo per affrontare un tema così ampio quale quello della scienza per la pace?
In primis dall’etica intellettuale e del lavoro, dall’onestà e sincerità delle nostre affermazioni scientifiche e dalla promessa preziosa di imparare a riconoscere gli eventuali errori, come dimostrano, a proposito di quest’ultimo punto, Bertrand Russell e Albert Einstein che negli anni cinquanta, dopo aver compreso i danni collaterali delle radiazioni atomiche, divennero convinti sostenitori del disarmo nucleare.
Altro aspetto che mi preme sottolineare è la necessità, in ogni campo del vivere,di imparare a fare comunità, anche attraverso approcci interdisciplinari, per crescere insieme ed affrontare con più strumenti la complessità dell’oggi, perseguendo sempre quegli ideali senza i quali, come diceva Pirandello “ ….la vita appare senza nesso, senza spiegazione e si è uccelli senza nido”.
Ma veniamo all’oggi, a questo tempo con il quale coincidiamo in ogni punto e che non possiamo guardare con il necessario distacco, questa contemporaneità che non possiamo rinchiudere in un archivio, ma che ci pone sotto gli occhi: incerti equilibri politici ed economici, nuove forme di conflitto anche culturali, nuove paure come la pandemia in corso con tutte le sue conseguenze e restrizioni, nuove forme di povertà, anche culturale, in particolar modo per i giovani e le donne e nel contempo massicce innovazioni in campo scientifico e tecnologico,lo sviluppo senza confini dell’economia mondiale, in particolare di quella finanziaria e che vede nel contempo il continente africano, nonostante tutte le sue potenzialità, quasi sempre tagliato fuori da molti traguardi.
In che modo la scienza può contribuire a creare in questo tempo una nuova cultura di pace capace di ampliare gli orizzonti e contemporaneamente proteggere dalle sofferenze, vincere il bisogno per approdare ad interventi concreti che portino a cercare di superare le innumerevoli contraddizioni che caratterizzano il nuovo millennio?
Intanto diventa importante distinguere tra scienza e tecnologia che sebbene indissolubilmente legate, infatti in origine entrambe facevano riferimento ad una forma di perizia di abilità, in realtà rappresentano due aspetti diversi del sapere in quanto la prima indaga i fenomeni naturali, il sapere “astratto”, mentre la secondautilizza le conoscenze scientifiche per creare beni o migliorare prodotti a disposizione dell’uomo. Quindi è la scienza che a mio avviso deve orientare la tecnologia e non viceversa.
Dalle donne e dagli uomini riuniti in questo consesso ascolteremo molte risposte, adatte al nostro tempo e non solo, paradigmi di profonde riflessionirispetto allo studio dell’universo, alla fisica, all’alimentazione, alla medicina, alla cooperazione e lo scopo sarà quello di conoscere per innovare e per costruire insieme.
La presenza che fa da baricentro al nostro incontro e sul quale vogliamo creare un cono di luce particolare è quella dell’esimio studioso Antonino Zichichi il quale ha dedicato la sua vita a costruire la pace attraverso la scienza.
Grazie e buon Meeting a tutti”.
Dino Mastrocola