Macchiagodena, Aldo Succi presenta il libro Andata e ritorno
Sabato 7 agosto 2021, alle ore 18,30, il nuovo appuntamento rientrante nell’esclusivo progetto del Comune di Macchiagodena denominato “Genius Loci. Portami un libro e ti regalo l’anima” è con lo scrittore Aldo Succi.
L’autore presenterà nel paese della provincia di Isernia, nella Biblioteca Comunale, il libro Spagna: Andata e Ritorno (La storia vera di un isernino). Editore Terzo Millennio. Prevista la proiezione di immagini. Introdurrà e saluterà il primo cittadino di Macchiagodena, Felice Ciccone.
Le giornate dedicate alla cultura, e ai libri in particolare, vedono l’Amministrazione comunale locale lavorare in sintonia con il network Borghi della lettura e la Pro Loco di Macchiagodena.
Dalla prefazione.
Questo libro di Aldo Succi è una storia scritta con una prosa asciutta e fluida, apparentemente semplice, ma che attraverso le vicende di un uomo buono, generoso, sempre disponibile, fa rivivere uno dei periodi più travagliati dell’Europa intera. Chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscere Raffaele, di averlo avuto sempre vicino, non può non apprezzarlo ancora di più ripercorrendo, oggi, tappe della sua vita non conosciute prima. La sua presenza in Spagna in un periodo triste di quel paese, fa emergere la figura di un giovane che con il suo coraggio riesce a superare difficoltà, pericoli, situazioni a volte tragiche, in terra straniera, in un momento in cui dominavano il fanatismo politico e la violenza. La vita di Raffaele negli anni del “dopoguerra” in Italia, rivela lo stesso temperamento.
Ripercorrere il racconto della sua vita significa comprendere quanto la bontà, la generosità ed il coraggio di un uomo giusto possano far superare situazioni difficili ed infondere speranze e fiducia anche nel prossimo. Ho fatto riferimento all’amicizia ed alla generosità che sono le caratteristiche insite nell’animo di Raffaele. Gli episodi riportati dall’autore ne sono la limpida testimonianza. Anche il biglietto di ringraziamento inviatomi da Anna Maria, figlia di Raffaele, è una indelebile testimonianza dell’educazione trasmessa ai figli, che io conservo fra i ricordi più cari. Il ringraziamento seguiva le mie condoglianze inviate alla famiglia, quando il suo capostipite rese l’anima a Dio. Ringrazio Alfredo e l’autore per avermi dato questa opportunità. (Enrico Santoro)
Raffaele Bove, protagonista principale della storia vera riportata nel libro, era nato l’11 novembre 1915 a Castel San Giorgio, un paesino in provincia di Salerno. Suo padre Domenico, provetto imprenditore edile, aveva preso in sub-appalto la costruzione del Liceo – Ginnasio “Onorato Fascitelli” di Isernia, ed aveva trasferito la sua famiglia nella cittadina. I lavori durarono circa 18 mesi e furono ultimati nel 1928.
A 21 anni, nel novembre 1936, Raffaele partì volontario con le Camicie Nere nella guerra civile in Spagna, contro i Repubblicani e in aiuto dei Nazionalisti comandati dal Caudillo Francisco Franco, grande amico del Duce Benito Mussolini. Le truppe si stabilirono nella Castiglia-Mancia, nella cittadina di Caudete in provincia di Albacete.
Nella cittadina, il padrone di tutte le terre, un ricco possidente, mise a disposizione del manipolo italiano un capannone e, la sera del loro arrivo, dopo la cena, Raffaele udì che qualcuno bussava alla porticina della cucina. Andò ad aprire e si trovò di fronte un bambino sui 4-5 anni che, con una grossa scodella in mano, chiedeva da mangiare.
Raffaele, preso da un forte senso di pietà nel vedere quel bambino mal vestito e mal nutrito, riempì la scodella con i resti avanzati dalla cena. Il bambino, presa la scodella riempita di riso e fagioli, resto a guardare fisso negli occhi Raffaele, come se volesse stampare nella mente quell’uomo che gli dava da mangiare.
Nei giorni successivi al bambino seguirono altri bambini e poi famiglie intere che, ogni giorno e per quattro mesi, bussavano alla porticina della cucina, e Raffaele faceva di tutto per sfamare quella gente che non aveva più nemmeno gli occhi per piangere.
Raffaele aveva escogitato il “trucco” di mettere a cuocere più riso e più fagioli del dovuto per gli Ufficiali Superiori e per la truppa, e in tal modo avanzava sempre del cibo da dare a quella povera gente. Sapeva di rischiare grosso, ma il suo cuore era affranto da profondo dolore. Ma un bel giorno fu scoperto da un Capitano, imprigionato e condannato a morte per fucilazione “per Alto Tradimento e furto a scopo di lucro”.
Raffaele è vissuto fino al 27 ottobre 1998. Per sua volontà, sulla tomba ha lasciato scritto: “Lasciatemi in pace, ora non ho bisogno più di niente. R. Bove”.
A questa frase, Aldo Succi ne ha voluto aggiungere un’altra di Marco Tullio Cicerone: “La vita dei morti è nel ricordo dei vivi”.
Aldo Succi
Aldo Succi è nato a Isernia il 19 giugno 1948 e ivi risiede sin dalla nascita. Dopo avere frequentato il Ginnasio-Liceo Classico “Onorato Fascitelli” di Isernia, si è laureato in Scienze Geologiche presso l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli. Nel gennaio 1975 è militare di leva presso la Base Nato di Ghedi (Bs) e dal 16 settembre 1977 esercita la professione di Geologo Specialista. È il primo geologo che la Città di Isernia annovera fra i suoi cittadini e molti sono i giovani neolaureati in Scienze Geologiche che, anche da altra regione, frequentano il suo studio per prepararsi all’Esame di Stato di Abilitazione all’esercizio della professione. Nell’ottobre 2014 ha ricevuto dalla Camera di Commercio della Provincia di Isernia il “Diploma con medaglia d’oro per l’instancabile impegno e qualificato contributo alla diffusione della cultura geologica locale, alla salvaguardia dell’ambiente e alla tutela delle risorse idrogeologiche del territorio molisano”. Il 2 giugno del 2020 è stato insignito dell’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella. Attualmente ricopre la carica di Componente del Consiglio di Disciplina Territoriale dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise.