Roseto, morire per i cinghiali nella Riserva Borsacchio
In una nota stampa diffusa, l’Associazione agricoltori e residenti Roseto Borsacchio spiegano perchè a Roseto degli Abruzzi non è giusto morire per i cinghiali in libertà. Di seguito riportiamo il testo della loro nota-sfogo arrivata in redazione.
“Con la Riserva Borsacchio ci hanno ammazzato nel nostro lavoro, nelle nostre proprietà, nella nostra dignità, e adesso le Istituzioni con la loro inerzia rischiano di ammazzarci proprio letteralmente con gli incidenti stradali con i cinghiali.
Hanno fatto una Riserva naturale sulla statale adriatica, con case, benzinai, depositi e capannoni, hanno fatto Riserva naturale sulle colline, le normali colline teramane. Quando bastava che la Riserva fosse sul mare. Però “qualcuno” ci doveva guadagnare con i soldi regionali (fatture, stipendi, sponsorizzazioni), e poi così certi politici del sottobosco diventavano i padroni del territorio, altri aspiranti politici poi con la scusa dell’ambientalismo si preparavano a candidarsi alle elezioni, e infine si poteva giocare a fare le guide di un territorio selvaggio e inesplorato (la strada statale adriatica) e si potevano fare le squadre della milizia volontaria per farsi tante foto per Facebook e per andare in giro sulle colline e magari eventualmente denunciare il contadino che breccia la strada sterrata vicino casa (è vietato dalla Riserva, processo penale).
Il problema dei cinghiali non è direttamente collegato alla Riserva, però il fatto che ci sia una Riserva sulla strada statale adriatica (è un assurdo ma lì ci hanno messo una riserva) crea un pregiudizio nelle Autorità preposte a risolvere il problema di incolumità pubblica rappresentato dai cinghiali lì, per cui il ragionamento, sbagliato ma inevitabile, è: ma se c’è una riserva, bisogna pensarci due volte prima di eliminare il problema dei cinghiali. La verità è che lì la Riserva non dovrebbe esserci, se eravamo un Paese ragionevole, e che immediatamente bisogna intervenire per eliminare un gravissimo problema di incolumità pubblica, perché sulla statale la gente va a 70 e se ti attraversa un cinghiale, hai una macchina dietro ed una che procede in direzione opposta, può succedere un incidente grave. La verità è che non ha senso fare una Riserva naturale in aree abitate, coltivate, molto vissute dalle persone, fortemente antropizzate, addirittura sulla strada statale adriatica.
La realtà di questa sciagurata Riserva è che da 16 anni (SEDICI lunghissimi anni) noi che abitiamo o lavoriamo lì non siamo più italiani, siamo diventati schiavi di un altro Stato, con le sue leggi, il suo governo, la sua polizia, la Dittatura della Riserva.
Lì da 16 anni non si può fare un cambio di destinazione d’uso, un ampliamento, una nuova costruzione di una casa o di una cantina vitivinicola, il contadino che ha risistemato la stradina sterrata che franava si ritrova la denuncia penale, l’agricoltore che ha brecciato un piazzaletto di terra per mettere i mezzi agricoli denuncia penale, impossibile vendere terreni e case perchè tutti sono terrorizzati di comprare nella maledetta riserva, prezzi scesi a nulla, in caso di esecuzione del tribunale e vendita forzosa ti tolgono la terra sulla quale hanno buttato il sangue genitori, nonni e bisnonni per 100 anni a pochi euro, perchè non ci sono i compratori. Se vuoi fare una struttura per l’attività agricola tipo una cantina è impossibile, e adesso con il Pan (il nuovo piano regolatore del territorio vittima della Riserva) saranno cristallizzate le colture agricole all’attuale, quindi sarà impossibile impiantare un nuovo frutteto, un oliveto, un vigneto, la quintessenza delle colture tradizionali teramane, se vuoi costruire una casa per un figlio è impossibile, deve emigrare, le ristrutturazioni sono gravate di tali e tanti obblighi che impazziscono pure gli ingegneri, un contadino che pianta un paletto va a processo penale, magari denunciato dalle squadre della milizia volontaria che perlustrano il nostro povero territorio (il processo penale in Italia non lo fanno agli spacciatori di droga davanti alle scuole ma nella Riserva si processano, penale, i lavoratori, i contadini).
E i vari “verdoni” hanno presentato osservazioni e proposte che addirittura peggiorano ancora, sembrerebbe impossibile, la situazione, distruggendo così totalmente il nostro lavoro, le nostre proprietà, il nostro futuro, la nostra vita.
Adesso da due mesi sono uscite le nuove Leggi per lo Stato della Riserva, il Pan. Questi “soggetti” che hanno fatto il Pan o commentano con le loro Osservazioni il Piano regolatore della Riserva (le sue leggi, il Pan) hanno mai coltivato o avuto terreni, sanno qualcosa di “agricoltura“?
Eppure pretendono per puro arbitrio ideologico di gestire il nostro lavoro, i nostri terreni, le nostre proprietà, le nostre case, il nostro futuro, la nostra vita, spiegandoci e imponendoci l’agricoltura per come la vedono loro che magari fanno tutti altri lavori.
Questa è un’assurdità.
Se hanno fatto una Riserva sulla statale adriatica, con case e benzinai, e sulle normali colline teramane allora tutti i Comuni della Provincia di Teramo sono a rischio che ci facciano una Riserva, con un blitz in Giunta Regionale di una banda, un gruppo di potere, come è accaduto con la Riserva Borsacchio, passata in due minuti nottetempo in Giunta senza nessun dibattito.
Tutti gli agricoltori abruzzesi e chi abita e ha casa in campagna rischiano di ritrovarsi una Riserva, E poi è la fine.
Con la Riserva Borsacchio ci hanno ammazzato nel nostro lavoro, nelle nostre proprietà, nella nostra dignità, e adesso le Istituzioni con la loro inerzia rischiano di ammazzarci proprio letteralmente, con gli incidenti stradali con i cinghiali”.