Macchiagodena, Raffaele Messina presenta il suo libro Nella bottega di Caravaggio
Venerdì 22 ottobre 2021, alle ore 18, il nuovo appuntamento rientrante nell’esclusivo progetto del Comune di Macchiagodena denominato “Genius Loci. Portami un libro e ti regalo l’anima” sarà con il narratore e saggista Raffaele Messina. L’autore porterà, nel paese della provincia di Isernia, nella Biblioteca Comunale, il suo libro Nella bottega di Caravaggio (Colonnese Editore). L’evento, che prevede l’introduzione e i saluti del sindaco di Macchiagodena, Felice Ciccone, vedrà lo scrittore rispondere alle domande di Maria Teresa Imparato (dirigente scolastica).
Arriva a Macchiagodena, per la prima presentazione in Molise, il recente volumetto di Raffaele Messina, Nella bottega di Caravaggio, edito da Colonnese nella raffinata collana di tascabili Lo Specchio di Silvia. Il racconto è ambientato a Napoli, nel 1607. Minichiello fa da garzone nella bottega del famoso Caravaggio, impegnato a raffigurare le Sette opere di Misericordia. Il ragazzino s’incanta a guardare il maestro, che prepara i colori con i materiali più strani, e sogna di rubargli presto il mestiere. Ma tra quelle tele prende corpo una tragedia. In particolare, il racconto di Raffaele Messina è costruito attorno a due quesiti lasciati irrisolti dai biografi di Caravaggio:
1) Perché il Maestro parte improvvisamente da Napoli nel giugno del 1907?
Era stato accolto bene, aveva ottenuto commesse importanti e i compensi pattuiti erano stati tra i più alti di tutta la sua carriera. Perché, dunque, va via dopo appena otto mesi dal suo arrivo in città?
2) Quando Caravaggio ritorna a Napoli, nell’autunno del 1609 chi lo aggredisce all’uscita della locanda del Cerriglio?
Sicari del cavaliere maltese ferito nell’agosto del 1608?
Sicari dei parenti di Ranuccio Tomassoni, che Caravaggio aveva ucciso a Roma il 28 maggio del 1606?
O avventori della locanda, per una lite scoppiata sul momento?
L’ipotesi formulata da Raffaele Messina, ipotesi di fantasia nel pieno rispetto delle regole che governano il racconto storico, tiene legate la precipitosa partenza da Napoli nel giugno 1607 e il grave ferimento subito nell’autunno del 1609. Un’ipotesi che vede protagonista Minichiello, ragazzino vivace con la voglia di diventare pittore; con tutta l’apparente scaltrezza di figlio dei vicoli napoletani e la sostanziale ingenuità di fronte alla insidie di un mondo ferale, nel quale il sangue scorre facile, la vita umana conta poco e quella delle donne ancora meno.
“In questo racconto – ha dichiarato Raffaele Messina – ho cercato di liberare la figura di Caravaggio dal cliché di pittore rissoso e violento, genio sregolato e immorale. Ho cercato di accentuare gli aspetti di creatività del pittore, non inteso soltanto come ‘maestro della luce’, come ‘artigiano del colore’, bravo sul piano tecnico e, tuttavia, prono esecutore dei soggetti richiesti dalla committenza ecclesiastica. Al contrario ho voluto accentuare la sua dimensione di intellettuale e, a questo scopo, mi sono preso qualche ‘libertà’. Insomma, ho operato qualche forzatura rispetto ai dati storici. In fondo, sono proprio questi elementi d’invenzione il sale del racconto storico, poiché innescano quella particolare dialettica, quella particolare ‘sfida d’intelligenza’ che lega i lettori all’autore”.
In copertina, un particolare delle Sette opere di Misericordia (1607), tela di Caravaggio conservata e visitabile il Pio monte della Misericordia, a Napoli.