Roseto, presidente consiglio e capigruppo maggioranza condannano invasione dell’Ucraina
I gruppi consiliari di maggioranza al Comune di Roseto degli Abruzzi hanno presentato, assieme al Presidente del Consiglio Comunale, una risoluzione urgente ai sensi dell’Art. 35 del regolamento consiliare in cui si chiede la più ferma condanna per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e i bombardamenti delle città, avvenuti in spregio ad ogni regola del diritto internazionale per sottomettere uno stato sovrano, rifiutando ogni tentativo d’intesa negoziale e minando la pace e la stabilità dell’Europa.
Riportiamo di seguito la nota arrivata nella nostra redazione.
“Chiediamo al Governo italiano, agli Stati membri e alle istituzioni dell’Unione Europea di impegnarsi in un’iniziativa di contrasto dell’aggressione assumendo le misure necessarie, entro la reazione della comunità internazionale che l’Onu deve garantire e con un ruolo attivo nelle alleanze difensive a partire dalla NATO, perché l’invasione sia fermata, l’Ucraina sia liberata e si possa tornare all’applicazione degli accordi di Minsk e al rispetto degli accordi di Helsinki, ribadendo il principio fondamentale dell’inviolabilità delle frontiere, Si chiede inoltre che il Consiglio Comunale si impegni a far sentire al popolo ucraino la reazione e la solidarietà dei cittadini italiani e la più forte condanna morale e politica di Putin e delle sue azioni di guerra; a creare ogni possibile mobilitazione contro l’aggressione russa, per la pace e la garanzia del diritto internazionale in concorso con le altre istituzioni locali e con la società civile che si oppone al sopruso e alla sfida portata alla democrazia e alla convivenza dei popoli. In un momento così drammatico, in cui l’Europa sembra a un passo da una guerra glocale, riteniamo che sia necessario che, a tutti i livelli, si levi forte un grido di pace e fratellanza, contro ogni sopruso e prevaricazione. La nostra Costituzione parla chiaro e all’articolo 11 specifica che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, è ora di far sentire a gran voce la nostra protesta!”.