22 Novembre 2024
Cronaca Abruzzo

L’Aquila, la politica di ieri e di oggi

In attesa che la citta di si avvii verso le elezioni del 12 giugno 2022, ospitiamo un singolare intervento del nostro inviato Emidio Di Carlo che dalla sua città ci invia un interessante amarcord su alcune figure politiche del tempo. Il tutto condito da accattivanti “Mi sovvien…” che portano il lettore a immedesimarsi a episodi di anni addietro e dimenticati.
Buona lettura.

Mi sovvien…
Il primo incontro, per caso, con Aldo Moro sul litorale di Terracina.

Oltre gli anni Sessanta. In viaggio: verso Avezzano, sulla Superstrada verso Isola Liri, fino alla Pontina per giungere a Villa Giannetti (tra San Felice Circeo e Terracina), dove in uno dei tanti sabato lasciati liberi dall’ufficio, si poteva mettere lasciare la montagna aquilana per la spiaggia in cui potersi riunire ai propri familiari.
Villa Giannetti aveva un po’ del ‘mestiere’ successivo anche all’esperienza biennale, tra i tecnici per la definizione del tracciato della nascente autostrade Canosa-Bologna. Per la “Villa” non era mancato il supporto tecnico al cognato, uno di quei tecnici che in Pomezia aveva messo su la fabbrica dove sfornava i nuovissimi apparecchi acustici distribuiti alle grandi aziende commerciali del tempo.
Quella sera, al calar del sole, la villa era vuota. Così andai a Terracina dove, certamente, avrei trovato il resto della famiglia. Allorché sul posto, pasteggiai la ‘rossa Simca 1000”, di fronte il litorale. Poche decine di metri ed ecco, a qualche decina di metri, le due figlie che scherzavano con un personaggio. Non fu difficile identificarlo: era il Segretario della D.C. Aldo Moro. “Papa!” gridò una figlia che corse per andargli incontro. Le due guardie del corpo che si erano subito attivate, immaginato un agguato, si ritrassero allorché richiamate dal loro protetto.
Tutto chiarito, l’incontro prese piede; andò avanti per qualche minuto. Non mancarono accenti su quanto offriva la politica corrente. Soprattutto sulla politica in Abruzzo. All’eccezionale interlocutore vennero brevemente manifestate riflessioni e critiche sugli accadimenti caratterizzati dalla presenza di ansiosi ‘generali’ (specie in area D.C.) nella conquista o già dentro il governo della città, anche attraverso il monopolio delle istituzioni culturali appositamente create.


Mi sovvien…
La stretta di mano tra il Presidente della D.C. (Moro) e il Segretario del PCI (Berlinguer), avvenne molti anni dopo, il 28 giugno 1977. Tra il 1973 e il 1979 venne elaborato il “Compromesso storico” sulla base dell’esperienza cilena del governo di Unidad Popular di S. Allende. Il 16 marzo 1978 vi fu il rapimento del Presidente della D.C., Aldo Moro, dalle Brigate Rosse. Vennero uccise le cinque guardie del corpo. Il cadavere fu poi rinvenuto del bagagliaio di una macchina, in Via Caetani, a Roma, il 19 maggio 1978.
In quei 55 giorni della prigionia, rincorrevano voci; ritrovamenti poi vanificati. Anche in un laghetto a pochi chilometri da L’Aquila, verso Roma, se ne indicava la presenza. L’allora Presidente della Regione, on.le Ricciuti, si attivò nella ricerca.


Il ricordo del lontano incontro sul litorale di Terracina, era in quei giorni ancora vivo. Era l’anno in cui Peppe Vespa e Emidio Di Carlo (all’esterno della “Federlibertas” Aquilana di Ermenegildo De Felice) promuovevano l’attività politico-culturale di “Arte Aperta” a L’Aquila. In Via Roma, avevano impiantato un laboratorio serigrafico e aperto una galleria dove si tenevano mostre personali o collettive degli artisti aquilani. L’atteggiamento critico di entrambi nei confronti dei partiti politici locali si potrà cogliere nelle ricorrenti “battute’, anche dopo il 1994, di Antonio Carmine Centi, il Sindaco che era stato eletto nella coalizione dei Progressisti, nei vari incontri: “Attenti a quei Due!”.
Le visite nella sede del Comitato Regionale della D.C. Aquilana, per avere notizie sul sequestro del Presidente furono frequenti. In un’occasione si scoprirono, oltre una parta lasciata aperta, una pila di giornali con sopra un grande volto del Presidente rapito. Parve di capire quale sarebbe stata la fine del rapimento. Per questo, il laboratorio serigrafico in Via Roma venne attivato. Mentre procedevo alla preparazione delle veline fotografiche, Peppe emulsionava il telaio. Questo consentì la stampa, in pochi minuti, sul finir della notte, dopo la diffusione della notizia del ritrovamento del corpo del Presidente della D.C., Aldo Moro. Poi, secchiello di colla alla mano, si procedette all’affissione.

Mi sovvien…
Il “Compromesso storico” venne condiviso anche del Segretario della D.C. Benigno Zaccagnini. Alla Presidenza della Repubblica, nel 1978, veniva eletto il Senatore Sandro Pertini del quale si può ricordare un prezioso e immediato intervento inteso a rimuovere una particolare incresciosa situazione determinatasi nel Liceo Scientifico Aquilano. Il fatto giungeva al Quirinale grazie ad una lettera inviata dal noto “Uno” dei “Due” aquilani citati nel caso Moro. Con il Presidente della D.C, Benigno Zaccagnini, vi fu l’incontro (ugualmente per caso) a Lido di Spina, nel Museo Brindisi. Tornando dalla “Biennale di Venezia”, la visita da Remo non poteva mancare, stante la forte amicizia sorretta da un’infinità di incontri annuali. Quando venne ad accogliere l’ospite amico all’ingresso della Villa Museo, Brindisi si lasciò sfuggire una battuta: “Arrivi a proposito. C’è di là una persona che ti aspetta!”. Nel salotto era presente il Presidente della D.C. Zaccagnini. Il problema sul tappeto fu il “ritiro della tessera D.C. e l’espulsione dal partito del “Duo” Vespa-Di Carlo. Fu opportuno sottolineare che l’espulsione avrebbe avuto un senso se dalla “Libertas” (associazione sportiva operante in parallelo nella D.C. aquilana) e non dal partito, quand’anche se ne potessero condividere alcuni ideali.
L’”espulsione” avvenne qualche giorno dopo l’Assemblea del Partito nel “refettorio” dei Frati, in San Bernardino. In una sala popolatasi, poi strapiena nel corpo dell’intervento, ci fu il j’accuse dell’”Uno” dei “Due”. Fatti, nomi e cognomi, vennero citati. L’intervento vene reso possibile dall’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea, (forse ansioso di conoscere le “verità sconosciute”; tutto con lo scalpitare dell’allora Segretario Provinciale D.C. Dott.ssa Marisa Baldoni.

Mi sovvien…
Lontano da ogni forma di compromesso, non sono mancate altre battaglie condotte sulla stampa. Nel fiore all’occhiello: le doppie indennità di carica contemporanee, nella politica e nella cultura, con relativi esborsi economici dall’Ente Pubblico e dall’istituzione culturale. Ne sortì anche una querela (ovviamente da uno dei politici chiamati in causa), ma, come nel caso delle “lettere aperte” su “Il Messaggero”, sulle assegnazioni degli alloggi per le case popolari, venne ritirata al momento della prima chiamate nel confronto al Palazzo di Giustizia; ovviamente per ‘bontà’ dei querelanti. È pur vero che dopo il batti e ribatti sulla stampa, un querelante ebbe a rinunciare ad una delle cariche; anche se, in precedenza, l’intervento del Presidente dell’O.d.G. veniva respinto con un’inimmaginabile richiesta inimmaginabile economica quale risarcimento. Qui è appena il caso di ricordare che le tante lettere, inoltrate con RR delle Poste Italiane al TSA non ebbero mai risposta. Ne vi fu una successiva notizia sulle eventuali restituzioni per quanto percepito in uno degli incarichi istituzionali.

Dalla memoria al presente….
L’accalorarsi odierno per ottenere, conservare, di riciclaggio nel potere istituzionale (ad ogni livello) ci dimostra quanto siano artefatte la politica e la cultura l’antica in una prestigiosa città. Un confronto sulla trasparenza nelle dichiarazioni dei redditi, prima e dopo le elezioni, potrebbe svelare la ragione della ‘marcia forzata” che muove, ancora oggi, taluni protagonisti nella politica e nelle istituzioni culturali.

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