21 Novembre 2024
Arte e CulturaRubriche

L’Aquila, tra presente e passato, dalla “Biennale di Venezia” al “MAXXI”

La 59ª Biennale di Venezia (23 aprile-27 novembre) è tornata sfidando la pandemia, purtroppo non del tutto debellata.
Nel laboratorio, Cecilia Alemanni ha messo a punto un ‘potente antivirus’ denominato “Il latte dei sogni”.
Per essere nel giusto, bisogna dire che la ‘ricercatrice italiana’ ha pagato il contributo a Leonora Carrington (1917-2011).
A monte, c’è, infatti, il libro di favole dell’artista surrealista che aveva narrato il mondo magico in cui la vita viene costantemente reinventata nell’immaginario dove è concesso cambiare e trasformarsi.
Cecilia Alemanni è residente a New York City.
Nella Donald R. Mullen, è Jr. Director e Chief Curator di High Line Art, un programma di arte pubblica di New York.
Nel 2022, chiamata quale Direttrice Artistica nella 59ª Biennale di Venezia, ha quale partner Massimiliano Gioni, un altro italiano, già alla Direzione della 55ª Biennale (2013), dove ha raccontato del brevetto dell’artista italo-americano (Marino Auriti), per il ”Palazzo Enciclopedico”, il “Museo immaginario” in cui racchiudere tutti i saperi dell’umanità; un Palazzo di trentasei piani, grande come sedici isolati della città di Washington; un’impresa rimasta incompiuta.
Dal 2013 al 2022 trascorrono nove anni.
I due Direttori Artistici italiani (coppia nel quotidiano e nell’Arte) tornano nelle “Biennali”.
Non è difficile cogliere qualche coincidenza; come l’interesse per il mondo surreale, l’immaginario, l’onnipotenza del sogno, su cui Apollinaire e Breton rileggevano i problemi della vita.
Va anche ricordato che per il giovane Gioni le porte della Biennale erano state aperte già nel 2003.
Francesco Bonami (Curatore della 50ª Edizione) gli affidava la realizzazione della mostra “La zona”.
Gionisi presentava anche come Direttore Artistico della Fondazione Nicola Trussardi.

Mi sovvien…
Tra gli eventi che hanno caratterizzato le Biennali, dal 2003 al 2011, se ne possono contare sette nelle quali Il Circolo Culturale “SpazioArte” dell’Aquila, con il suo periodico “abruzzoaz 60”, risultava costantemente presente nei cataloghi, con il logo; a fianco del Gruppo Giovani Pittori Spilimberghesi.
In “Brain Academy Apartment”, nel 2003, nella sezione “pittori multimediali”, tra gli italiani, si potevano vedere le opere di Milena Bellomo (“S.T.”2002), di Cesare Serafino (“Impronte e parole sull’isola disabitata”, 2003), di Emidio Di Carlo (”Interno”, monotipo, 2002).
Un salto nel 2008, per l’“11ª Biennale Internazionale di Architettura, “La Città dell’uomo”.
Ricco il catalogo con opere di: Paolo Solari, Christo & Jeanne Claude, Enzo Mari, Massimiliano Fuksas, Ettore Sottsass, Getulio Alviani Michelangelo Antonioni, Floriano Bodini, Tommaso Cascella, Giorgio Celiberti, Piero Dorazio, Federico Fellini, Antonio Zoran Music, Mario Schifano, Valter Valentini, Tono Zancanaro.
Tra gli artisti dialoganti con il territorio nuove opere di: Milena Bellomo (“Colla della luna sul Tagliamento”, 2008), Emidio Di Carlo (Spilimbergo castello della Piazza Duomo“, 2008), Cesare Serafino (“Agapanti sul castello di Spilimbergo” 2008).
Sulla scia del 2008, “nella successiva “12ª Mostra Internazionale dell’Architettura”, Il “Gruppo Giovani Pittori Spilimberghesi” proponeva, il grande evento (collaterale) sul tema: “Oltre il giardino / Un giardino globale”.
Nel catalogo numerose sezioni tematiche, ognuna introdotta da autorità, storici e critici d’arte.
Alcuni artisti e le opere presentate: Cesare Serafino (“Il Gruppo e la sua storia”), Milena Bellomo (Intervista con Gillo Dorfles), Paolo Della Vecchia (“Presentazione”), Vincenzo Monaco (“Servizio e sostenibilità”), Pierpaolo Luderin (“ESU di Venezia: abitare e vivere oltre la ‘casa’ e il giardino”), Marco Borghi (“Fra storia e memoria, passato e presente: il giardino veneziano”), Carlo Damiani (“The garden and beyond: a global garden”).
Tra critici d’arte, tematiche e artisti nel catalogo.
Carlo Mili rendeva “Omaggio al design italiano”, con opere di: Mario Bellini, Vittorio Gregotti, Ugo La Pietra, Renzo Piano, Gaetano Pesce, Paolo Portoghesi.
Malio T. Gaddi, nel “Giardino perduto nella genesi” racchiudeva le opere di: Getulio Alviani, Simon Benetton, Renata Boero, Hsiao Chin, Enrico Della Torre, Gillo Dorfles, Luigi Mainolfi, Alessandro Mendini, Plinio Mesciulam, Elisa Montessori, Ottavio Missoni, Francesco Stefanini, Tino Stefanoni, Ernesto Tatafiore, Carla Tolomeo, Tono Zancanaro.
Gianfranco Ellero, nella sezione “Alla ricerca dei giardini perduti” includeva opere di: Gianni Cesare Borghesan, Giuliano Cesare Borghesan, Elio Ciol, Franco Fontana, Fulvio Roiter.
Emidio Di Carlo, in “Il giardino globale dell’arte”, inseriva le opere di: Milena Bellomo, Bluer (Lorenzo Viscidi), Renzo Bortolussi, (Emidio Di Carlo), Mirko Filipuzzi, Doris Luger, Paolo Marazzi, Antonella Ongaro, Lucia Paese, Angelo Paglietti, Piero Ronzat, Cesare Serafino, Udo Toniato, Gianni Trevisan, Renato Trevisan, Toni Trevisan.
Milena Bellomo, nel suo “Giardino & territorio”, puntualizzava tre progetti: “L’oasi pediatrica di Treviso” (di Alessandra Dalle Mule), “L’orto della casa di reclusione donne – Giudecca Venezia”), “Il nuovo ponte ciclo-pedonale sul fiume Livenza”).

Da Venezia al MAXXI L’Aquila. 29 maggio 2022.
Alle 16,56 viene staccato il biglietto d’ingresso (€ 7) per il ‘decado’, giornalista critico d’arte, abruzzese per una felice visita.
Purtroppo, non si avrà molto da vedere: dal 12 marzo-12 giugno 2022, c’è “In itinere” (Armin Linke, Miltos Manetas, MASBEDO, Claudia Pajewski); poi: Cao Fei, Hidetoshi, Nagasawa.
L’insieme: un bel pacchetto di gigantografie che si poteva vedere dallo smart restandosene nel divano della propria casa.
Ma… “Nel sito del MAXXI aquilano, nel Palazzo Ardinghelli, la blessures (gratuitamente fornito al visitatore) informa che c’è “un laboratorio dedicato alla produzione artistica e culturale aperto al territorio e alle sue energie”.
Tanto che due sale vengono dedicate a Ettore Spalletti e a “Alternative Attuali – Arte Contemporanea a L’Aquila”.
Al pittore di Cappelle sul Tavo (Pescara), viene riservata l’istallazione il “Cubo bianco” al centro di una “cappella” piena di luce.
Le citate mostre sopravvissute, non offrono la fruizione dei contenuti.
I quattro cataloghi sono un omaggio alla memoria del critico d’arte che trovò nella provincia aquilana il terreno fertile (anche economicamente parlando) per realizzare i suoi progetti. Quattro cataloghi, insomma, da ‘copertina’; i suoi contenuti, ai visitatori al MAXXI, debbono restano ignoti.
E dire che sulle pareti ben avrebbe figurato almeno un’opera per artisti.
Tutta colpa, ovviamente, di chi ha organizzato il revival storico-artistico.
Il trio Crispolti-Bandera-Portoghesi si accontentino della citazione dei nomi ma nella bella vetrina, posta al centro della sala, in cuisi contano: una decina di piccole foto in bianco-nero, tre-quattro ritagli di giornali dell’epoca con tanto di ‘belle autorità’ in mostra; una citazione anche per l’attrice che ebbe il suo dire (con relativo successo) nei confronti dell’ente organizzatore in una delle rassegne.
Il vero colpo grosso, invece, lo fece Lucio Fontana che, con Cagli e Quaroni, era tra gli ‘omaggi’ in “Aspetti dell’Arte Contemporanea”.
Ma questo non è detto.
Occorre provvedere.

  1. Cosa accadde.
    Alla vista della manomissione Fontana pretese il risarcimento del valore dell’opera all’Ente organizzatore, l’EPT- L’Aquila. Il problema passò alla competenza dell’Assicurazione. Dopo qualche perplessità si provvide al pagamento.
    Poi venne fuori la sorpresa.
    Quando il ‘mercato’ fece crescere le quotazioni dell’artista, nel corso di un’asta, l’opera venne battuta e acquistata da un collezionista per un importo sorprendentemente elevato rispetto all’assicurazione pagata.
    Quanto nella sezione al MAXXI non viene neppure citato.

23 luglio 1963. “Dieci artisti abruzzesi oggi”.
Antonio Bandera integrava, in parallelo a “Aspetti dell’Arte Contemporanea”, la sua mostra: “Dieci artisti abruzzesi oggi”.
Si contavano: Del Greco, De Sanctis, Di Blasio, D’Incecco, Mantovanelli, Marinucci, Misticoni, Muzi, Pittoni, Vetere.
Nel catalogo (“Edizioni dell’Ateneo Roma”), appariva anche un testo dello storico-critico d’arte aquilano Ferdinando Bologna.
Molte furono le ragioni nella scelta dei “Dieci”.
Tra tutte, quella legata alla ‘politica’ in L’Aquila, Pescara e Chieti.

1987,

22 marzo 1987.
“Alternative Attuali – ‘87”.
Nella sezione al MAXXI L’Aquila ci si è però dimenticati di “Alternative Attuali – Abruzzo ‘87”.
Fu un tentativo di ‘ritorno’ alla continuità delle grandi rassegne del passato, come aveva pensato il Presidente dell’E:PT.?
In verità, dalle riunioni che vi furono la ‘riconciliazione’ con gli artisti abruzzesi si ridusse alla concessione di qualche testo in catalogo offerto agli intraprendenti purché al ‘servizio’ della linea politica del Crispolti.
Al vero polemista artefice della necessità di mostrare una reale ed esaustiva presenza dell’arte contemporanea in Abruzzo, non restò che prendere le distanze anche dal catalogo.

  1. 23 luglio 1988 L’Aquila.
    Si inseriva nel ciclo delle “Alternative Attuali” (ma tra “Pittura” e “Musica”) anche un’edizione nel 1988.
    L’EPT dell’Aquila, chiamò in causa i “Solisti Aquilani”, Diretti dal M° Vittorio Antonelli con il violinista Felix Ayo, sollecitando gli artisti alla creatività sulle “Quattro stagioni” di Antonio Vivaldi.
    Dodici le opere di: Renato Bianchini, Lea Contestabile, Alfredo Del Greco, Elio Di Blasio, Pasquale Di Fabio, Gabriele Di Labio, Fiona Liberatore, Marcello Mariani, Sergio Nannicola, Giorgio Russi, Franco Summa, Sandro Visca.
    La rassegna, curata da Enrico Crispolti e Francesco Sanvitale, si tenne fuori dal Castello, nel cortile del Convitto Nazionale.
  2. Ritorno al MAXXI L’Aquila.
    Il MAXXI L’Aquila non è un Museo Nazionale delle Arti, del XXI secolo.
    La sezione sulle “Alternative Attuali – Aspetti dell’Arte Contemporanea” e la rassegna “In itinere” sono una realtà espositiva momentanea.
    Ben altro è il “MUNDA” che se ne sta tranquillo con il suo passato storico negli spazi difronte alle “99 cannelle”, nell’attesa di far ritorno nelle sale del Forte Aquilano!
    Passato e presente, dal MUNDA al MAXXI L’Aquila.
    Quando di recente entrai nel MUNDA, pagai, volontariamente, il biglietto ma, dal portafoglio uscì anche la tessera del giornalista.
    Alla vista del documento la cassiera si affrettava a ritirare il biglietto dovendo considerarsi una visita gratuita.
    Benché “Decano” volli pagare ugualmente il biglietto.
    Poi la visita proseguì, ‘risvegliando’ quanto a suo tempo visto nel Museo, al Forte Aquilano, prima del sisma del 2009.
    Il 22 maggio 2022, al MAXXI, la tessera non vale un ficco secco, si è tutti turisti a pagamento.
    Il ‘non ‘ri-visto’ delle mostre “Anni Sessanta’ resta allora conservato nella memoria e nel cartaceo del povero Decano.
    Al Ministro della Cultura Dario Franceschini, va ricordato che il restauro del Palazzo Ardinghelli fu voluto dalla Russia per ridare alla Città della Cultura un suo Museo, con i suoi valori artistici storici e correnti.
    Non una semplice dipendenza per le ‘necessità’ di quello primario romano. L’Arte della presa in giro sia, dunque, inaccettabile.

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