22 Novembre 2024
Cronaca Abruzzo

L’Aquila, lettera aperta sulla ricostruzione

Arrivata nella nostra redazione una lettera aperta, per conoscenza, a firma del collega, decano dei giornalisti aquilani, Emidio Di Carlo, una lettera aperta e indirizzata al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. La lettera illustra risvolti legati alla vicenda della ricostruzione post del 2009 che ha colpito il capoluogo d’.

“Sui social leggo il Suoi autorevoli interventi su quei 309 morti raccolti dalle macerie della Città a seguito del sisma del 6 aprile 2009: “La ricostruzione è un dovere”. A seguire: “La piena ricostruzione è patrimonio civico comune”. Da decano giornalista aquilano, non dubito sui suoi giusti messaggi. Tuttavia, quanto ho avuto modo di rappresentare nella raccomandata postale del 12 ottobre 2022; raccomandata a cui ha fatto seguito quella del 14 novembre 2022. Con specifico riferimento al particolare caso sui Civici 11/13, in Via Svizzera 11, nel “Consorzio 201”, nel quartiere in Pettino.

Ignoro se le due lettere sia giunte. Non ho comunque ricevuto riscontro. Il fu Presidente Sandro Pertini, di fronte la denuncia sula male nella scuola aquilana, mandò immediatamente due ispettori e volle tranquillizzarsi, con lettera firmata, che tutto era tornato nella regola.
Oggi, invece, nella ricorrenza del 6 aprile 2009, finisco con il dover ammettere di essere tra i ‘morti-viventi’, nel “Consorzio 201” quartiere di Pettino/L’Aquila. Il numero dei ‘nuovi trapassati’, può essere assai maggiori rispetto a quelli del sisma. Con una media di due membri a famiglia per socio assegnatario, nelle 17 Cooperative che formano il “Consorzio 201”, si potrebbero contare oltre 500 unità.

Vengo alla nuova realtà.
Il 19 febbraio 2024, la situazione sul Civico 13 si è sbloccata con l’inizio dei lavori che, questa volta vedono committente e responsabili vari: il Presidente del “Consorzio” (Sig.ra Ciccarelli Maria Luisa), Progettista e direttore dei lavori l’arch. Federico Santoro. Coordinatore esecutivo ing. Giovanbattista Santoro, impresa esecutrice Termoidraulica Anzini Simone CCIAA di Trasacco. Nel cartello affisso c’è la data di inizio lavori ma è assente la data di fine lavori.

Quanto ai lavori ‘non effettuati’ al Civico 11, lo schiaffo continua nei confronti del socio assegnatario. L’indifferenza fa ritenere che si può ben offendere il giornalista che ha osato si inviare informative al Consorzio (con lettere e telefonate), denunce agli organi interessati alla ricostruzione, alla Procura della Repubblica, al Comune, alla Prefettura, ecc.. Tutto senza risposte. Inoltre, si rammenta che, al momento della consegna delle chiavi al detto Civico, non c’è stato tecnico e responsabili dell’Amministrazione del “Consorzio”, sicché è mancata la costatazione dei lavori eseguiti a regola d’arte, sulla base di un computo metrico rimasto sconosciuto.

Signor Presidente, le cito la lettera del Dirigente del Comune dell’Aquila, Settore Emergenza Sisma, Ricostruzione Privata, Ed. Edilizia; lettera protocollo 26 novembre 2012, il 27 novembre 2012 inviata: alla FINTECNA SpA / ; RELUIS, Università di Ingegneria Sismica Univ. Napoli; CINEAS Milano; Presidente Consorzio 201 (all’epoca Rag. Giulio Natrella). Sindaco e Assessore alla Ricostruzione del Comune di L’Aquila.

Nella lettera si faceva riferimento al riacquisto di alloggi equivalenti ex OPCM 3790/09, ancorché presentata dai soci assegnatari/proprietari ope legis. Nella lettera, firmata dal Dirigente dott. Ing. Vittorio Fabrizi, si leggeva: “Codesta “Filiera è invitata inoltre a concludere sollecitamente l’esame delle pratiche già presentate dal Consorzio per la riparazione e/o sostituzione dei fabbricati facenti parte del compendio di Pettino”.

A seguire si precisava: in attuazione dell’art. 1 del Decreto Commissariale nr. 43 del 17.02.2011, i soci assegnatari/proprietari ope legis, in analogia ad una comunione o condominio di fatto, dovranno decidere sulle modalità di ricostruzione dell’edificio distrutto indicando una delle seguenti opzioni:

ricostruzione con sagoma identica a quella dell’edificio distrutto e subentro del Comune nella proprietà delle unità immobiliari i cui soci assegnatari/proprietari ope legis si siano avvalsi della facoltà di acquisto di abitazioni equivalenti
ricostruzione dell’edificio con sagoma diversa da quella dell’edificio distrutto.
La lettera conclude: “Resta inteso infine che il riacquisto di alloggio sostitutivo da parte del socio assegnatario/proprietario ope legis non costituisce recesso dalla Cooperativa di appartenenza; tale recesso potrà essere ammesso soltanto dopo che siano stati assolti gli impegni di qualsiasi tipo e natura assunti con la medesima Cooperativa nonché tutti gli obblighi che la stessa ha assunto nei confronti di terzi per conto del socio”.

Dal 17.02.2011 al 6 aprile 2024 sono passati 23 anni. Quanto rappresentato nella lettera non ha avuto attuazione. Il progetto per la ricostruzione non ha rispettato la sagoma e tutte le ubicazioni precedenti.

Non si capisce perché il Consiglio di Amministrazione del “Consorzio” abbia chiesto ai Presidenti delle Cooperative l’approvazione di un nuovo progetto, stante l’ubicazione delle strade e dei corpi edilizi ben tracciati nel precedente esistente progetto.

A questo punto, Signor Presidente, voglio riflettore sugli illuminanti concetti: ”La piena ricostruzione è patrimonio civico comune”; “La ricostruzione è un dovere”.
Vede, come Le ho già scritto, ho 84 anni suonati, con uno stato di salute che la sanità aquilana classifica al 90% grado, tra i disabili. Quel 10% che mi resta è però vivo sulla testa, vi sgorga l’antica fonte e sensibilità giornalistica che non tace di fronte alla ricostruzione mancata e all’indifferenza nel post terremoto, specie dalla classe politica dal maggio 2007 ad oggi.

Nel 2026 L’Aquila verrà riconosciuta la Città Italiana della Cultura.
Se il vecchio collega Bruno Vespa mi chiamasse nella sua “Porta a Porta” non esisterei a chiedermi ed affermare: è il contentino del Governo in carica per il risultato alle ultime elezioni comunali?
Aggiungerei: la città perde collezioni d’arte, non mostra più il volto storico di quel Ristorante Tre Marie, che ti venne offerto all’acquisto da Paolo e che tu, rifiutasti poiché preso da irrinunciabili servizi giornalistici. Ti comunico ora che i locali sono vuoti, nonostante il vincolo monumentale (sancito nel 1986) per i suoi ambienti interni, gli importanti dipinti della Scuola Napoletana e romana e di quant’altro appariva e che documentai personalmente anche dell’antico artigianato locale.

Basterà la riapertura della Porta Santa nella Basilica di Collemaggio, in occasione del prossimo Giubileo? Quante “fiaccolate” dovranno passare prima che un nuovo “Camponeschi” torni a far grande la Città della Cultura con veri aquilani che non fuggono e che possano tornare a sorridere.
Signor Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Ora voglio manifestare a carte scoperte. Non se l’abbia a male se, contemporaneamente, rendo pubblica questa lettera: è indirizzata anche all’attuale Sindaco dell’Aquila, a qualche amico giornalista, ad altri indirizzi online. Tutto è allo scoperto. Sono certo che mi sorride un antico suo successore (il Presidente Aldo Moro) con il quale, in un occasionale incontro storico sul litorale di Terracina, ebbi a parlargli dei mali nella politica amministrativa e culturale della città. In quel tempo la nomina del capoluogo della Regione Abruzzo era ancora da sancire. Poi, si sa, che ne è stato del riconoscimento per la Città della Cultura”.

Emidio Di Carlo
Giornalista

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