21 Novembre 2024
Arte e CulturaRubriche

Leonessa, Antonio Di Roberto: l’artista che dipinge i Santi

Le “sorprese” non mancano mai. La mostra “L’arte e l’umanità” allestita nel Chiostro di San Giuseppe, ha mostrato i valori artistici contemporanei in parallelo con il “Festival della Letteratura della Città di ”.
Nel periodo del Giubileo aquilano, il frate del Morrone “Celestino V” è pertanto tornato a risplendere nel 2024, in otto opere realizzate dalla magia grafico-contemporanea del pittore aquilano (Chiamato: “Tonino”). Le opere dell’artista sono apparse nella Città di Leonessa (), lontane dalla “giostra” musicale che, di anno in anno, propongono le alternate politiche aquilane e che appaiono, sempre più lontane dal “Perdono” sancito nella sacralità della “Bolla di Celestino V”.
La grande ‘pacchia’ con le innumerevoli ‘sinfonie’ laicali succedutesi nel tempo, hanno sbiancato il testo dell’antico documento”, la cultura, l’arte e il valore cristiano nella “Bolla” racchiusi. Nonostante le apparenze, anche la tanto acclamata cultura musicale segna il passo. Fu già cara a quel Nino Carloni che fondò, a L’Aquila (prima ancora del “Festival dei Due Mondi” di Gian Carlo Menotti in ) la “Società Aquilana dei Concerti”. Quella dell’Avvocato nacque come distaccamento autonomo nel/dal “Gruppo Artisti aquilani”. La nascita e il successo musicale “glorioso” spinsero un successivo Presidente della Società dei Concerti, Lucio Barattelli, a dare incarico al M° Antonello Neri di musicare un’opera sulla vita umana e spirituale del Santo del Morrone. Gli vennero assicurate le conoscenze da una nota ed autonoma ricercatrice aquilana ben nota nel mondo letterario in Italia e in Francia.
Nell’agosto del 2024, Celestino V, il Giubileo e l’antica festa popolare cristiana, sono riapparsi nella mostra internazionale annuale in Leonessa. Otto ‘cartoni’ sono apparsi dipinti e presentati da Tonino Di Roberto. Sono fondi recuperati con lo svuotamento delle scatole della frutta. I prodotti, quotidianamente esposti sul furgone, con la collaborazione del fratello (“Paolo”: un artista mancato?).
Nell’automobile, ovvero nel “furgone cassonato”, prende concretezza un veicolo che può ricordare l’antica bancarella del Padre, dalla quale si espandeva il profumo dei “frutti” e delle verdure in vendita nell’antico mercato in Piazza del Duomo, a L’Aquila. Al tempo, i due fratelli, seguivano le prime lezioni nella famosa Scuola d’Arte e Mestieri, aperta nell’ex convento della Lauretana, a L’Aquila.
Altro che usa e getta! Pur essendo oltre il margine di una strada statale, non si può parlare di graffitismo da strada. La street art può essere messa in dubbio nel dinamico disegno. Il tratto a mano col pennarello acrilico, traduce il pensiero istintivamente dell’artista. L’emotività prorompe dall’animo umano, un tratto dopo l’altro. Ogni fondo di cartone, svuotato della frutta, viene allora lavato e messo ad asciugare, prima che il pennello di Tonino manifesti la propria ‘Arte”. Zampillano i “ritratti”. Le facce “mascherate” non sono più quelle immaginabili nelle danze dei popoli primitivi. Non sono quelle delle “99 cannelle” le cui bocche gettano acqua nei corridoi del famoso Monumento aquilano. Nell’opera dell’artista non c’è spazio per il vero. Le sue maschere evocano amicizia, lavoro, creatività e ansietà umana. La vitalità e l’animo del fruttaiolo incalzano nel susseguirsi delle singole immagini. È sulla scia dell’”Arte Povera”?
Germano Celant, a cui si deve la definizione storica dell’”Arte Povera” non isterebbe a rilevare che l’artista ha un suo autonomo linguaggio, una ricerca poetica che sfida il consumismo e quel mondo usuraio che si manifestano sempre più ripetutamente nella società contemporanea.
Anche nei giorni i del Perdono, nel fine agosto, i ‘palchi musicali” hanno sostituito le bancarelle con la frutta nella Piazza grande, dove si teneva il mercato quotidianamente che si acquisiva da Piazza Santa Giusta (scalo dei camion provenienti dalle terre di e del Circeo) e dal contado aquilano.
L’artista è fiero di essere uno degli eredi dell’antica ‘civiltà’ aquilana, della popolazione cresciuta nel mercato in Piazza Duomo. Oggi, lungo la Statale 80, sosta nel furgone attrezzato; è il ‘negozio’ per la vendita della frutta al dettaglio. Per i più sensibili all’Arte, si ha la sensazione di essere al cospetto di uno studio d’artista, in un ‘santuario’ dove, il frutto pittorico-grafico, diffonde una vitalità spirituale.
L’animata scena quotidiana pone al cospetto di nuovi murales e di tatuaggi grafico-formali che sostituiscono le antiche ‘maschere’ e il “canto” nelle danze dei popoli primitivi?
Può anche accadere di sentire qualche chiamata: “Cincia!”. É il nome che si scambiano il venditore e gli amici acquirenti.
Così possono ‘canzonare’ quanti incalzano nella sfrenata ‘ricchezza’, con l’usura, la droga, la violenza, nell’ingiustizia sociale contro la povertà.
Si capisce allora, quanto nella “nei dipinti” di Tonino Di Roberto, i “volti” siano trascendenze di emotività; “nuova luce” che risplende su dei ‘cartoni’ salvati dal macero o dalla discarica. Già nella mostra del 2023, in Spoleto (mentre si annuncia la partecipazione, nel 2024), quindi nel ritorno al Chiostro di San Francesco, in Leonessa, nel 2024, il Verismo pittorico dell’ambulante-artista ha legato il passato al presente. L’emotività umana si è resa trasparente nel linguaggio dell’arte. L’espandersi dell’eccezionale “Galleria dei Volti”, ha potuto attestarsi, nell’universo creativo, anche come un eccezionale “polittico” pittorico traducibile, per il numero dei Santi, in un “trittico” descrittivo contemporaneo ove si raggruppassero le storie e i vissuti, di Celestino V, San Francesco d’Assisi e Giuseppe da Leonessa.

Emidio Di Carlo
Storico -Critico d’arte.

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