Teramo, quarta città italiana spesa gioco azzardo pro capite
La geografia dell’azzardo parte da Prato: è nella provincia toscana che si registra la spesa pro capite più elevata (circa 672 euro), calcolata al netto delle vincite e prendendo in esame la sola popolazione maggiorenne che per legge ha accesso al gioco. In successione, con spese rilevanti, si piazzano le province di Sassari (516), Como (494) e Teramo (463).
Dalle quattro grandi città metropolitane di Roma, Milano, Napoli e Torino, infine, arriva il 22% del gettito per l’Erario.
Stretta in arrivo suslot machinee video lottery. Presto un sistema di lettura della tessera sanitaria limiterà fisicamente la giocata solamente ai maggiorenni, come già accade per i distributori automatici di sigarette. Un meccanismo che, per i futuri percettori del reddito di cittadinanza, potrebbe significare la perdita del diritto al sussidio visto che consentirebbe di tracciare le eventuali spese in giochi d’azzardo.
Per vedere i primi apparecchi da intrattenimento capaci di leggere la tessera sanitaria bisognerà comunque attendere, così come prevede la legge di Bilancio, il prossimo 1° gennaio 2020. Nel frattempo l’obbligo previsto dal decreto Dignità (87/2018) del luglio scorso per ridurre l’accesso dei minorenni si è tradotto in due schemi di decreti direttoriali delle Dogane e dei Monopoli inviati alla Commissione europea.
I due provvedimenti rendono obbligatorio l’utilizzo della tessera sia per le attuali 265mila slot (Awp) distribuite sull’intero territorio nazionale, sia per le video lottery (Vlt) da intrattenimento il cui funzionamento è consentito solo se collegato con il sistema centrale in maniera diretta o attraverso un sistema di sala. Adottati d’intesa con il capo della Polizia, i due testi – come ricorda l’agenzia di stampa specializzata Agipronews – resteranno in stand still fino al prossimo 14 maggio quando termineranno i 90 giorni per le osservazioni di Ue e Stati membri.
Un ulteriore giro di vite che punta a tutelare i minori e che mette nel mirino un comparto, quello delle “macchinette”, che da solo muove quasi il 60% dell’intero mercato dei giochi pubblici. Il Sole 24 Ore del Lunedì ha ricostruito la mappa dei giochi legali: dall’elaborazione dei dati 2017 pubblicati sul sito delle Dogane e dei Monopoli emerge che su oltre 19 miliardi di euro spesi dagli italiani nel gaming, oltre 10,3 sono finiti in new slot o video lottery. Che per le casse dello Stato si sono tradotti in più di 6 miliardi sui 9,5 totali incassati nel 2017 (9,8 incluso l’online). Più nel dettaglio la spesa pro capite della popolazione maggiorenne in new slot si aggira sui 148 euro e in 56 quella sui videoterminali. Seguono subito dopo il Lotto e i Gratta e vinci (lotterie istantanee) con una media di 47 euro pro capite.
Su questa distribuzione territoriale del gaming potrebbero però incidere le nuove regole. In dettaglio, per rendere attiva la “stretta”, tutte le slot di nuova e vecchia generazione dovranno prevedere un meccanismo di lettura «bidirezionale della banda magnetica» della tessera sanitaria che – senza memorizzare le informazioni estratte – prima verificherà l’età del giocatore e solo dopo consentirà la giocata. Anche se la raccolta dei dati presenta alcune criticità sotto il profilo della privacy, inoltre, l’obbligo di lettura (che andrà ripetuta ogni 15 minuti durante la giocata e tutte le volte che il documento elettronico verrà estratto) potrebbe essere utile per controllare i “furbetti” del reddito di cittadinanza a cui (in base al comma 7, articolo 5 del Dl 4/2019) è vietato «l’utilizzo del beneficio economico per giochi che prevedono vincite in denaro». Un divieto che, almeno per i 100 euro in contanti prelevabili mensilmente, appare facilmente eludible, a meno che i verificatori (Fiamme gialle in primis) non “traccino” l’utilizzo della tessera sanitaria.