Teramo, domani chiude la stagione della caccia 2020/2021
Domani, 10 febbraio, sarà l’ultimo giorno della stagione venatoria 2020/2021. La Regione dopo aver esteso di un mese la caccia al Cinghiale, con una ulteriore proroga ha scelto di far sparare al Colombaccio anche nella prima decade di febbraio.
In Abruzzo, come in diverse altre regioni, sono state emanate ordinanze per permettere anche durante le fasi di lockdown lo spostamento dei cacciatori oltre i confini comunali.
Autorizzata la caccia ai cinghiali in braccata: una modalità che, oltre a rendere di fatto impossibile il rispetto delle norme anti-Covid, ha effetti deleteri sul controllo della specie (con aumento dei danni, per dispersione dei branchi, e delle popolazioni per anticipo della maturità sessuale nelle femmine), come recentemente ribadito anche dall’ISPRA, in coerenza con numerose pubblicazioni scientifiche in materia, in un parere rilasciato sulla proroga al calendario venatorio proprio della Regione Abruzzo.
Approvato il Piano Faunistico Venatorio Regionale. A seguito dell’approvazione di tale Piano, il WWF Abruzzo ha condotto una campagna per ricordare che i cittadini possono veder riconosciuto il diritto a vietare la caccia sul proprio terreno.
La Regione Abruzzo ha risposto ai tanti che hanno fatto richiesta per esercitare tale diritto, di recintare o costruire muri lungo tutto il perimetro della proprietà, con evidente esborso di ingenti capitali. Nella nota di risposta la Regione ha citato erroneamente un articolo della legge sui cosiddetti “fondi chiusi”, ma i cittadini hanno invece il diritto di vietare la caccia in base all’art. 15, commi 3 e 5, L. 157/92, che in occasione dell’approvazione di un nuovo Piano Faunistico Venatorio prevede che si possa ottenere la chiusura dei propri fondi alla caccia con la sola apposizione di tabelle, senza altri costi o oneri. Agli oltre 40 abruzzesi che si sono rivolti al WWF Abruzzo fornendo copia delle domande inviate alla Regione, l’associazione sta fornendo indicazioni su come vedere riconosciuto il proprio diritto.
Non va dimenticato il pesante costo in vite umane che si registra quest’anno a livello nazionale e che ha coinvolto non solo i cacciatori, ma anche persone estranee, a conferma della pericolosità sociale di questa pratica.
In Abruzzo, purtroppo, abbiamo avuto quattro casi legati alla stagione venatoria:
un incidente nel territorio di Montebello di Bertona dove un uomo uscendo di casa è stato ferito a una gamba da un colpo di fucile sparato da un anziano cacciatore a circa 200-250 metri di distanza;
un cacciatore di Tornimparte ferito durante una battuta al cinghiale;
un cacciatore di Cappelle sul Tavo che si è ucciso inciampando nel proprio fucile;
un incidente mortale che ha coinvolto un cercatore di tartufi di Gessopalena raggiunto da un colpo sparato da cacciatori che partecipavano a una battuta al cinghiale.