22 Novembre 2024
CuriositàRubriche

L’Aquila, ieri, oggi, ricordi e memorie infinite

L'Aquila vista alto

Il nostro collaboratore e decano dei giornalisti aquilani Emidio Di Carlo ha scritto una lettera aperta al giornalista Bruno Vespa.
Ricorda i tempi in cui i due colleghi negli anni ’60 scrivevano entrambi per la città di e si firmavano con i rispettivi pseudonimi, Emidio con “dic”, e Bruno con “Bruves”.
In questa lettera che pubblichiamo, Emidio condensa episodi di 70 anni di storia aquilana,
Il collega Di Carlo la imbastisce con nomi e cognomi, la unisce nel suo racconto a strade e piazze, la cuce intorno ai personaggi e ai luoghi e si interroga su come una città, che Vespa ben conosce, possa forse a volte dimenticare le sue origini e le sue tradizioni.
A voi che leggete questo spaccato di ricordi trarre le conclusioni di una amara e cruda verità aquilana, riportata e raccontata simile a un deja vu originale e inedito, ma nello stesso tempo, con un taglio di un elegante “amarcord” aquilano.

Lettera aperta a “Bruves”.
La ”lettera” nella memoria infinita.

“Caro Bruves,
sei tornato a L’Aquila.
La notizia mi è giunta con un po’ di ritardo.
Ero incasinato a causa della degenerata politica amministrativa regionale e, soprattutto, comunale degli ultimi vent’anni;
ovvero: sulla politica della “ricostruzione” delle ritorsioni (?) e dei malaffari (?).
Perché mi faccio vivo dopo tanti anni?
A dire il vero, avrei voluto salutarti all’Ex Cinema Rex dove sei apparso per dar lustro al mini carrefour aquilano.

foto cinema rex


Il Cinema Rex.
“Mi sovvien…”.
Negli anni Sessanta era il quarto con il Cinema Massimo, l’Imperiale e l’Olimpia.

foto cinema massimo


Qui, è non solo dal sisma del 2009, non si tengono più gli spettacoli.
Ora li trovi altrove; portati, giudiziosamente, all’aperto per il “bene” dei politici di casa nostra.

foto cinema imperiale


Quanto all’altro cinema, l’”Accademia delle Immagini” non ci resta che il fallimento (da vero “Oscar”) e la vendita – risale al Gennaio 2020 – dell’edificio nell’ex Ospedale psichiatrico di Collemaggio che (in tempi lontani) era il gioiello di un Direttore Amministrativo,
(Ti sovvien…) Tullio de Rubeis, poi Sindaco dell’Aquila.

foto ospedale psichiatrico di Collemaggio


Sull’Accademia ci resta il tentativo di recupero, purtroppo andato a vuoto, contrariamente a quanto si aspettava il suo vecchio artefice al quale è invece stato donato solo qualche nuovo minuto di celebrità, con una intervista, ‘sfogliando qua e là, ad un’emittente televisiva locale.
“Mi sovvien…”. Un lontano cartellone nel Cinema ‘Rex”, titolava: ”West Side Story”.
Era un regalo, da Jerome Robbins e Robert Wise.

west side story
foto west side story

Nelle due ultime repliche, nella “galleria”, dalle 20,30, c’ero anch’io.
Vi tornavo per la seconda volta, nello stesso giorno.
Volevo godermi il film.
Troppo bello per rinunciarlo!
Del resto, non pagavo il biglietto d’ingresso al botteghino.
Remo Celaia, Maestro di giornalismo, aquilano, indiscusso, al tempo della mia collaborazione sul “Messaggero”, forniva un tesserino speciale riservato ai giornalisti.

foto Remo Celaia

Oddio!
Al tempo io ero ancora pubblicista esordiente
Tuttavia, mostrando il documento la porta della galleria si apriva miracolosamente.
Le poltrone erano però vuote.
Anche la platea era semideserta.
Il film era coinvolgente, soprattutto, nei “6 minuti e mezzo” dei balletti, scandita dal ritmo frenetico della musica di Leonard Bernstein.
Ora posso dirlo. In quei centosessanta minuti di proiezione del film sentivo di trovarmi a New York, in piena Manhattan.
Posso comunque assicurare che, da una “porta e l’altraporta”, non mi sono schierato con una delle due bande.
Passavo dall’uno all’altro degli schieramenti provando nuove emozioni.
Era come quando mi avventuravo sulla ‘barca’, dialogando, con “Il vecchio e il mare” di Hemingway o viaggiando sulla sgangherata “Corriera stravagante” di Steinbeck.

foto Il vecchio e il mare

Rientro alla Galleria nel “Cinema Rex”.
Mi godevo il musical.
L’Aquila era lontana.
Tanto da non avvedermi che nella fila soprastante, erano giunti altri due spettatori.
L’accensione delle luci, tra il primo e secondo tempo, ne svelò i volti: “Remo Brindisi (l’artista) e Giacinto Eliseo (Il cognato-gallerista “Lo Scanno”).

foto remo brindisi

Brindisi tornava spesso da Milano; il padre, Fedele, viveva a L’Aquila e, ugualmente, la sorella (Nilde).
Ci fu una rapida stretta di mano.
Appena il cenno sull’attività al Centro Culturale Tre Marie (cc3m), di cui curavo i programmi con gli amici Gianfranco Colacito e Paolo Scipioni.
Dissi a Remo che lo avrei aggiornato l’indomani anche per avere notizie su quanto accadeva nel mondo dell’Arte a Milano.
Che c’entra tutto questo con l’inaugurazione del mini carrefour e la nuova presenza di Bruno Vespa?

foto bruno vespa

C’entra.
C’entra.
Come se c’entra.
“Mi sovvien…” Siamo sempre nei primi anni Sessanta.
Si collaborava sulla “Cronaca dell’Aquila” nel quotidiano del senatore (il “Liberale”) Renato Angiolillo, su “Il Tempo”.

foto Renato Angiolillo

Vi collaborava anche Colacito.
Tu eri anche il ‘corrispondente’ della “RAI Abruzzo”, scrupolosamente… pescarese (O no!).
Passavi le notizie dall’Aquila e, in particolare sui programmi della Società Aquilana dei Concerti B. Barattelli.
Eri un libero pensatore sulla/nella Città della Cultura.
Al contrario dei tant’altri intrufolati nei partiti politici che poi aspiravano a poter vedere il proprio nome anche su qualche foglio di carta stampata.

foto barattelli

“Mi sovvien…”. Ottobre 1966.
In un tuo scritto, apparso sul giornale non fosti tenero nei miei ‘dipinti’, “I pannelli cosmici”: forse perché avevo osato indicarli come un movimento artistico.
Mi erano arrivati, come un regalo, da Jackson Pollock, un pittore che di ‘gestualità’ se ne intendeva e come.
Un suo dripping, apparso su un reportages LIFE, aveva volato oltre l’oceano Atlantico giungendo nella mia camera-studio in quello che al tempo era un quartiere delle case popolari, Valle Pretara.

foto valle pretara , l’aquila

Pensa che Lucio Barattelli, vi aveva costruito cinque palazzine, con una spesa, all’epoca, irrisoria: 6 milioni di lire.
Tanto da aver realizzato, fuori appalto, dei fornelli in muratura nella cucina.
Perdonami l’inciso, ma non sono riuscito a farne a meno.
Torno alla mostra personale, che si tenne al Bar Eden; quello sotto i portici, ai Quattro Cantoni.

foto 4 cantoni L’Aquila

La mostra era sponsorizzata dal giornale in cui scrivevamo, “Il Tempo”.
E anche se il ‘vice’ dell’epoca l’indimenticabile Ennio Mari (il ‘vice’ di Enrico Carli), non gradì molto la tua ‘apparizione critica’ sullo stesso giornale io considerai l’accaduto con filosofia.
Tanto che non ho mai mancato, nel futuro, di riproporre il testo con altri scritti: Laudomia Bonanni, Nicola Carletta, Gillo Dorfles, Giorgio Kaisserlian, Pierre Restany, Remo Brindisi, ecc.
Tutto questo accadeva alla vigilia dell’inizio della tua notorietà, prima che la ruota girasse favorevolmente da una “Porta a…Porta”, nella RAI.

foto porta a porta

“Mi sovvien…”.
Non so per quale ragione sono con Alberto da Giussano, il capo leggendario militare della Lega Lombarda, del XII secolo, protagonista nella battaglia di Legnano contro Federico Barbarossa; anche se l’effettivo capo militare sia stato Guido da Landriano
Tanto per dare a Cesare quel che è di Cesare.

“Mi sovvien…”: “Genova ’92”: 18-27 settembre 1992.
Si tenevano le “Celebrazioni Colombiane” in occasione del 5° Centenario della Scoperta dell’America.
Il 19 settembre, “Poste Italiane” emettevano ben 6 francobolli speciali.
C’era anche un’Esposizione Mondiale di Filatelia Tematica.
Fu l’occasione di un nuovo fugace incontro.
In precedenza ci eravamo già visti alla Biblioteca Nazionale di Roma per un altro appuntamento, riservato al capostipite della Famiglia Bolaffi.

foto Celebrazioni Colombiane

Ero presente alle manifestazioni “colombiane”, invitato come giornalista e grafico, nonché direttore della sola testata “aquilana”, (“abruzzoaz 60”).
Tu eri uno degli ospiti d’onore nelle manifestazioni.
Lo fece rimarcare il supplemento speciale edito da “Poste Italiane”.
(“bruves” e “dic” si lanciarono una veloce occhiata)
Eri già Direttore del TG1 e avevi promosso una rubrica di cultura filatelica con Enzo Diena.
Eri famoso, dentro mamma RAI.
Qualcuno pensò: “per meriti politici”.
Non io.
Il tuo lavoro è stato giustamente premiato per la qualità.

foto Diena

“Mi sovvien…”.
Eccoci al sisma del 2009.
Tornasti a L’Aquila con una troupe televisiva; camminavi con il vecchio compagno di studi, Villante Umberto, (scienziato e figlio di scienziato), docente nella prestigiosa Università dell’Aquila di Vincenzo Rivera.
Camminavate avendo intorno le macerie (materiali e… lasciamelo dire: quelle della politica).
Ricordavate passato e presente.
Avete fatto conoscere al mondo il vero amore per la propria città.
Momento indimenticabile!

foto sisma 2009

Purtroppo, mentre mi impegnavo in uno ‘speciale’ di “abruzzoaz60” per far conoscere a Venezia il disastro all’interno della Biennale, ho dovuto fronteggiare l’incapacità e la cattiveria umana della classe politica imperante.
Qualche parte dell’accaduto venne trasmesso via etere (Rai assente).
Nella circostanza venne citato il mio paese d’origine, Castel di Sangro.
La casa dei miei genitori era a qualche decina di metri, in linea d’aria, da quella di Teofilo Patini e di uno zio che mi regalò (chissà per quale motivo?) due quaderni scritti a mano con testi di Bertrando Spaventa.

“Mi sovvien…”.
L’Aquila, 25 giugno 2021.
Siano al taglio del nastro al nuovo Cinema REX per l’arrivo del mini carrefour.
Rieccoti inquadrato!
Mi sono chiesto: presenza per caso o invitato speciale?
Comunque sia stato, bentornato!
Anche se con mascherina, sorrisi e gruppo di bambini aquilani.

foto carrefour

Caro Bruves, devo dirtelo come critico d’arte: sonno ancora rammaricato.
Un paio danni fa non c’eri alla “riapertura dell’ufficio principale delle “Poste Italiane” nel centro storico dell’Aquila
Forse non volevi assistere ad una pigliata… per i fondelli?
Non si trattò, infatti, della riapertura del prestigioso Palazzo delle Poste e delle Telecomunicazioni in Piazza Duomo; un Ministro aveva provveduto, tempestivamente, alla… privatizzata insieme a tanti altri gioielli delle Poste nazionali.
Oggi però dobbiamo consolarci.
Non abbiamo più il Cinema Rex ma al suo posto c’è il ‘ristoro’, in pieno centro storico, grazie a un mini carrefour venuto da lontano, dalla Francia.
Ho trovato strano l’anticipata inaugurazione del supermercato rispetto alla “Festa del Perdonanza” (istituita nel 1983 per volere civico);
sarebbe infatti stato più produttivo inaugurare nei “Giorni del Perdono”, nel giorno della “Bolla” istituita 29 settembre 1294;
giorno ben diverso da quel marzo 1983 quando si volle procedere (a livello laico?), alla “rifondazione della Perdonanza”.

foto perdonanza

Che tempo!
Esclamerebbe il nostro vecchio aquilano.
Una Bolla religiosa trasformata in una bolla laica e senza che nessuno se ne sia accorto.
Puoi allora capire perché, dopo utili ricerche storiche, in Francia e in Italia, fu necessario avviare un gemellaggio tra la Francia e l’Italia; tra L’Aquila e Verdelais in particolare, rimettendo sulla scena la storia tra Filippo il Bello e l’Ordine di Celestino V.
Già che ci sono credo sia utile comunicare che a fine mese riapre nel centro la storica la Cassa di Risparmio dell’Aquila; anzi no, la BPER (Banca Popolare Emilia Romagna) che, nel 2021, mentre la città era un insieme di tendopoli, corse in aiuto, l’ereditò.
Chiudo con stornello napoletano:
Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…
chi ha dato, ha dato, ha dato…
scurdámmoce ‘o ppassato,
simme ‘a L’Aquila, paisà!”.

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