22 Novembre 2024
Arte e CulturaRubriche

Teramo, Biennale Internazionale di Incisione e Scultura

Michele De Santis - Emidio Di Carlo
Michele De Santis – Emidio Di Carlo

La “II Biennale di Incisione e Scultura – Premio Celommi 2021” è stata presentata nella sede dell’Archivio di Stato, in Via Cesare Battisti. All’inaugurazione ad accogliere gli artisti partecipanti e il pubblico sono state le massime autorità del mondo politico (l’Assessore Core, il Consigliere Regionale Dott.ssa Cardinali, il Rettore dell’Università teramana, Prof. Dino Mastrocola), il Dirigente Scolastico dell’I.I.S. “Delfico-Montauti”, Prof.ssa Loredana Di Giampaolo  e il Presidente della Fondazione “P. Celommi”, Prof. Viriol D’Ambrosio. Sono state esposte le opere grafiche di oltre 100 artisti, provenienti dai cinque continenti e nello specifico originari di molti paesi dell’Europa, dell’Unione Sovietica, delle Americhe (Nord, Centrale, Sud), dai paesi che si affacciano, ad oriente, sul Mar Mediterraneo, fino alla lontana India. Esposte anche le opere scultore e afferenti alla sezione riservata, in quanto concepita “su invito”.

Nel “Celommi Award 2019”, per la sezione scultura, furono presentate le opere di Marsilio Pianosi (Candelara/Pesaro-Urbino), Felice Rufini (Cittaducale-Rieti), Raimondo Tiberio (Navelli-L’Aquila), Bruno Zenobio (Atri-Teramo). Nel “Celommi Award 2021” la sezione scultura ha presentato opere di: Enzo Babini (Codignola-Ravenna), Michele De Santis (Introdacqua-L’Aquila), Maurizio Frisinghelli (Rovereto-Trento), Flavio Grasso (Ariano Irpino-Avellino).

Dalle opere degli incisori partecipanti alle due edizioni si può già ricavare un’immagine variegatissima dell’arte contemporanea internazionale. Ne beneficerà, di certo, l’, grazie a Torricella Sicura in cui ha sede la Fondazione “Celommi” che conserverà in un nuovo museo le incisioni pervenute. Sembra, dunque, che si venga a colmare il vuoto lasciato dalla dipartita di Pasquale Celommi (-Teramo1851-1928), l’artista noto per la sua formazione  nella Scuola Napoletana-Toscana e per il lirismo pittorico che lo hanno fatto considerare il “pittore della luce”.

Come per la prima edizione, anche quella 2021 ha contemplato una selezione attraverso una Giuria costituita dal critico d’arte, Emidio Di Carlo nonché dai docenti del “Delfico-Montauti”, Prof.ri  Massimiliano Donatiello e Luigi La Bella; quindi, quale premio, una recensione scritta in occasione del ‘Premio”. La sezione scultura e dell’incisione ha quindi impegnato il critico d’arte in un’attenta disamina di tutte le opere presentate. Naturalmente, il tema della seconda edizione è stato legato al passo dantesco  “Amor mi mosse”, Inf. II, 72.È un voluminoso catalogo (120 pagine), che unisce ai testi critici la riproduzione delle singole opere del “Premio”; risulta curato da: Vincenza Capulli, Viriol D’Ambrosio, Stefania Di Carlo e Giulia Scarafoni.

A proposito della sezione scultura, il critico d’arte aquilano, Emidio Di Carlo, l’ha definita “un completamento dello spazio etereo in cui la fisicità strutturale creativa umana astrae la sua feconda emotività spiritualità”.

Bisogna ammettere che dal Teramano giunge un’altra lezione ai politici anche del presente che amministrano il capoluogo d’Abruzzo dove il disinteresse per il mondo dell’arte è giunto al punto del non ritorno: la “Collezione Pellicciotti” (Barisciano 1871-1950) viene tolta dalle inadempienti mani comunali; la famosa storica “bottega” di Raimondo Tiberio chiude nella totale indifferenza del ceto politico-amministrativo. Pezzi di storia e di cultura che vengono meno e con essi la memoria di un tempo glorioso.

Per fortuna che la “Fondazione Celommi” (nel versante Teramano) è atipica e araldo di cultura, scegliendo deliberatamente di non restare a guardare. Nel 2019 e nel 2021 ha scelto di proporre al grande pubblico, nel suo “Premio – Biennale di Incisione e Scultura”, alcuni importanti artisti protagonisti abruzzesi, partendo dalla provincia teramana: il pittore Sandro Melarangelo di Teramo e il ceramista Bruno Zenobio di Atri. La presenza aquilana è stata rappresentata da altri due protagonisti. Questi ultimi presenti, nel passato, negli Istituti d’Arte dell’aquilano: Raimondo Tiberio già alunno, poi con il suo laboratorio d’artista (retaggio di una “classica bottega”: attiva fino alla seconda metà di ottobre 2021) e Michele De Sanctis, un ex alunno poi insegnante e Preside, negli anni Ottanta, negli Istituti d’Arte a L’Aquila, Sulmona e Avezzano.

Nel “Premio – Biennale di Incisione e di Scultura”, istituito dalla Fondazione “P. Celommi” la creatività artistica è correlata alla letteratura e in particolare all’opera di Dante per esplicito richiamo al lascito testamentario di Fulvia Celommi. Michele De Sanctis, dimostra la tempra creativa del cesellatore; è autore di sbalzi, fusioni, agemina, niello, filigrana, incisioni. Dalle “Metamorfosi” di Ovidio è passato alla “Divina Commedia” di Dante. Ha rivissuto le “storie” letterarie nel presente. Del resto, come ignorare le antiche presenze in Sulmona? Nell’Archivio di Stato Teramano si sono potute ammirare “Le quattro grandi ombre”, opera del 1973. Nella grande lastra di rame forgiata col martello e patina argento è riapparso l’insieme plastico-informale con Omero, Orazio, Ovidio e Lucano.

Nella mostra, anche gli splenditi medaglioni istoriati: “Diana e Atteone classica”, 2012, “Le furie”, del 2016, “Le Arpie” del 2020 e, sulla “Divina Commedia”: “Pietro da Morrone (Celestino V)” del 1939; quest’ultimo, il modello di terracotta e bosso della statua posizionata nel centro di Sulmona in occasione del G8, svoltosi a L’Aquila nel 2009.

L’esposizione negli spazi dell’Archivio di Stato è da non perdere. Sarà possibile visitarla fino al 4 novembre.

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