24 Novembre 2024
Arte e CulturaRubriche

Friuli, Avellino, Roma, mostre su Pier Paolo Pasolini

Nel complesso monumentale dell’ex Carcere Borbonico, in , con il patrocinio del Comune, viene presentata una mostra d’arte contemporanea, dedicata a Pier Paolo Pasolini, nel Centenario della nascita (il 1922). Ben 27 sponsor sottolineano l’importanza dell’evento, incluso “SpazioArte”, il Circolo Culturale Polivalente dell’Aquila.
Ideata da “Artestruttura” di Morgan Caneva di Udine, nella mostra (dal 1° al 24 settembre 2022) figurano 68 opere, due per ogni artista, ispirate da uno tra i più significativi messaggi nel repertorio pasoliniano, il film “Uccellacci e uccellini”

A papà. A me me sa che la vita nun è niente. Be’. certo, la morte è tanta. Quando uno è morto, tutto quello che doveva fare l’ha bell’e fatto.
Il dialogo tra Ninetto Davoli a Totò lo si può ritrovare nel film di Pasolini, degli anni Sessanta: “Uccellacci e uccellini”. Il film apparve sullo schermo nel 1966, sottolineando quel “Realismo” che la Galleria “La nuova Pesa”, in Via Frattina (1959) prima e poi in Via del Vantaggio (1961), riuniva “quelle personalità e quegli artisti che si presentassero come i più liberi e rinnovatori”.
Alla ribalta c’erano gli artisti della “Nuova Figurazione”, con: Ugo Attardi, Ennio Calabria, Alberto Gianquinto, Piero Guccione, Fernando Farulli, Piero Paolo Pasolini. Nel nuovo Movimento si contavano anche critici: Antonio Del Guercio, Dario Micacchi, Duilio Morosini; quest’ultimo fondatore del Gruppo “Il Pro e il Contro”. Mancava nel numero Giulio Carlo Argan, ma solo per una cosciente autonomia nel mondo dell’Arte.
Al tempo, c’era un giovane quindicenne abruzzese, ansioso di scoprire ciò che accadeva nella Capitale. Scriveva sulle cronache locali nei quotidiani del tempo (quelli in uscita al mattino o nel pomeriggio). L’amico Pietro Scimia, nel suo fiammante piccolo negozietto sotto i Portici, gli vendeva le “cartoline” personalizzate; con il ricavato si pagava il biglietto sul Bus della “Pacilli”e via verso ! Una volta nella capitale faceva il giro delle gallerie d’arte. Ce n’erano più di trecento. Pertanto vedeva quanto possibile. “La nuova pesa” era sempre nell’itinerario. Lo era anche, giungendo in “Piazza del Popolo”, il “Caffè Rosati”. Nella saletta al primo piano, s’incontravano “quattro amici”: famosi nell’arte, nel cinema e nella letteratura. Con la scusa di un caffè il giovane della provincia aquilana sperava in qualche incontro. Attese, spesso, vane. Poi da “Piazza del Popolo”, in “Via Condotti”, a sbirciare al “Caffè Greco”. Qui c’erano “quelli” di casa: Ennio Flaiano, Nicola Ciarletta, Andrea Pazienza,….. Il “Caffè Greco” era frequentato da un gran numero di personaggi famosi rispetto al “Caffè Rosati”. Pier Paolo Pasolini andava nell’uno o nell’altro. Anche perché aveva di che mostrare anche come pittore. Nei decenni Cinquanta-Settanta dipingeva “ritratti”, alcuni sugli amici più vicini: Ninetto Davoli, Maria Callas, Andrea Zanzotto, Roberto Longhi. A Guardare i “volti” si capiva quanto fosse costante l’impegno per una creatività che fosse l’esternazione dell’umore umano celato nei singoli protagonisti. Si guardi il “Ritratto di Roberto Longhi”, lo splendido pastello-sanguigna (1975) nel quale il ‘volto’ del critico d’arte è una sorta di freccia-lineare scagliata verso il mondo esplorato della forma. Giorgio Cappella, un ‘caricaturiste’ senza scrupoli, usò la “penna” per una delle riunioni nel salotto del famoso “Caffè” romano. Ovviamente, sostituì i grandi protagonisti con una troupe strettamente aquilana, “I belli del caffè Greco”.
In prima fila: Ileano Pucci, Franco Capaldi e Emidio Di Carlo.

Torniamo sull’anno del “centenario”. La Galleria d’Arte Moderna di Roma ricorderà Pasolini nella mostra dove si potranno rivedere molti dipinti. L’inaugurazione il 27 ottobre 2022; la chiusura il 16 aprile 2023. Vengono presentati: oltre 170 ritratti, rari, non visti di Pasolini, compreso interi servizi fotografici, fino ad oggi sconosciuti; tutto quanto possa ricordare lo scrittore, il poeta, l’autore e regista cinematografico e teatrale italiano.
Nelle mostre che fanno a gara nel voler celebrare il centenario pasoliniano, anche il Friuli recita la sua parte. Dal 27 maggio e fino al 2 ottobre 2022, presenta: “Sotto gli occhi del mondo; alla “Fondazione De Claricini Dornpacher di Bottenicco”, in provincia di Udine, 13 artisti offrono creatività sul “ritratto” del poeta. Altro appuntamento: dal 24 settembre 2022 all’8 gennaio 2023, a “Villa Manin di Passariano di Codroipo (Udine)”. La mostra, a cura di Silvia Martin Gutiérrez, è organizzata da Ente Regionale per il Patrimonio Cultura del Friuli Venezia Giulia, con il contributo di “Cinemazero” e “Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia” (entrambi di Pordenone). L’esposizione parte dal luogo dove Pasolini si è formato come poeta, il Friuli; poi abbraccia i luoghi nella sua inarrestabile evoluzione, dal “Friuli al Mondo”. In 170 ritratti inediti e rari ritornano alla luce interi servizi fotografici – fino ad oggi misconosciuti – soprattutto con i grandi fotografi stranieri (Richard Avedon, Herbert List, Henri Cartier-Bresson, Jerry Bauer, Jonas Mekas, Lütfi Özkök, Erika Rabau, Duane Michals, Philippe Koudjina, Marlik Shamir e molti altri); oltre che sui luoghi, i momenti e gli incontri che hanno contraddistinto la vita di Pasolini.
La mostra ad Avellino è un “omaggio” da 34 artisti contemporanei, con due opere ciascuno ispirate dal tema ricorrente, in larga parte, nel film “Uccellacci uccellini”. Numerosi “ritratti” concretizzano il dialogo spirituale del passato sollecitato nel presente. Gianni Maglio, da Montefredane (AV), ha scisso la presenza dei due volatili: in un’opera gli “uccellacci”, nell’altra gli “uccellini”. Il male e il bene, il falso e il reale, i cattivi e i buoni. In mostra: i due aspetti di quella società di cui Pasolini coglieva, con impegno civile e spirito critico, il “vero”.
Cesare e Noah Serafino di Spilimbergo (PN) si è lasciato alle spalle il “ritratto”. Il suo mondo “grafico-gestuale” riverbera la motivazione interiore dell’uomo: ”L’anima di Pier Paolo Pasolini”. Nei due ‘pastelli’ la spiritualità è nella concretezza dinamica del segno che scandisce la molteplicità delle vite vissute dall’artista, dal poeta, dallo scrittore, dall’intellettuale e regista italiano.

Emidio Di Carlo – critico d’arte

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