Teramo, la provincia dice no alla chiusura Traforo Gran Sasso
Acqua, Traforo, Sicurezza: l’Assemblea dei Sindaci approva all’unanimità le proposte della Provincia. Intervengono Regione, Parlamentari e parti sociali: un coro di no alla chiusura del Traforo annunciata da Strada dei Parchi.
Approvato all’unanimità dall’Assemblea dei Sindaci il documento proposto dal presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura. All’appuntamento, allargato alla partecipazione di Regione, Istituzioni, parti sociali e associazioni ambientaliste, hanno risposto in tanti con un’ampia condivisione sui contenuti del documento che ora verrà inviato ai cinque Ministeri interessati: Infrastrutture, Ambiente, Sanità, Sviluppo Economico, Ricerca e Università. La Provincia, nel suo documento – anche sulla base degli elementi venuti alla luce con l’inchiesta della Procura di Teramo, degli esposti degli ambientalisti e dei lavori del tavolo regionale istituzionale di cui hanno fatto parte anche Strada dei Parchi e Istituto di Fisica Nucleare – fissa una serie di obiettivi:
1) lo Stato vari immediatamente un provvedimento per il finanziamento integrale degli interventi previsti dalla Deliberazione di Giunta Regionale 33/2019, assicurando da subito l’intero importo seppur distribuito su più annualità;
2) l’immediato allontanamento delle sostanze pericolose dai laboratori del Gran Sasso per escludere i Laboratori dagli adempimenti della Direttiva Seveso e ridurre il rischio nel corso dei lavori che dovranno essere fatti
3)la perimetrazione delle Aree di Salvaguardia previste dall’Art.94 del D.lgs.152/2006, attesa dal 2006, anche come stralcio per le aree del Gran Sasso se la complessità delle problematiche riguardanti altri territori impongono tempi più lunghi;
4) che nuove attività sperimentali nel Gran Sasso, a partire dall’esperimento LUNA MV non comportino un aggravio di rischio per l’approvvigionamento idrico e, pertanto, le autorità preposte devono operare affinché i vincoli imposti dall’Art.94 del D.lgs.152/2006 siano rispettati;
5)la nomina di referente di Governo che coordini un tavolo di lavoro permanente cui far partecipare tutti gli enti a vario titolo competenti nonché i rappresenti di associazioni e movimenti che in questi anni hanno evidenziato le criticità del sistema del Gran Sasso. Tale tavolo dovrebbe garantire, attraverso un apposito sito WEB istituzionale, la completa trasparenza negli atti relativi al Gran Sasso, a partire dal rapporto di sicurezza redatto in base al D.lgs.105/2015.
6) procedure di progettazione e gara secondo le modalità più celeri, a partire da quelle ordinarie previste dall’ordinamento che possono rivelarsi assai rapide e paradossalmente più semplici di quelle di un cosiddetto commissario straordinario che abbisogna di tempi non rapidi per la costituzione della propria struttura tecnica;
7) la valutazione del Ministero delle Infrastrutture sul comportamento di Strada dei Parchi circa la chiusura dei tunnel sia coerente con le previsioni della Convenzione in essere e, nel caso, prenda i provvedimenti consequenziali. In ogni caso, disponga eventuali specifici provvedimenti per scongiurare la chiusura del traffico nei tunnel a partire dal 19 maggio;
8)che un eventuale commissariamento sia valutato come ipotesi subordinata anche per evitare la deresponsabilizzazione degli enti e che, in ogni caso, non preveda alcuna deroga alle norme poste a tutela della salute e dell’ambiente, a partire dall’Art.94 del D.lgs.152/2006 visto che un’eventuale deroga potrebbe paradossalmente anche comportare la possibilità di autorizzare nuovi esperimenti rischiosi per l’acquifero. Un eventuale commissariamento deve prevedere comunque specifiche norme per la trasparenza e la costante partecipazione dei cittadini per evitare che avvenga quanto già accaduto con il precedente Commissario.
9)che il Governo determini un ristoro dei costi e del danno subito dal territorio teramano per la messa a scarico di 100 litri di acqua al secondo per la presenza di attività di competenza e responsabilità statale;
10)che siano attentamente valutate, anche con il coinvolgimento dell’INGV e del Genio Civile regionale, le condizioni dei laboratori e dei tunnel sotto l’aspetto del rischio sismico e dell’idoneità strutturale, con particolare riferimento alla presenza di faglie attive e capaci e al problema della potenziale dislocazione in seguito a sismi importanti, anche finalizzato ad ulteriori interventi.