Teramo, lettera ai giovani del vescovo
Carissimi e carissime,
ho iniziato a scrivere questa lettera il 28 gennaio giorno in cui la Chiesa celebra la memoria di un grande filosofo e teologo: San Tommaso d’Aquino, sacerdote domenicano.
Molti di voi, forse, non conoscono il personaggio. Quando anch’io studiavo filosofia, negli anni del liceo classico, non si dava molta importanza all’autore.
È un santo che non è ricordato per i miracoli compiuti. Papa Giovanni XXII rispose così a chi gli faceva notare questa assenza: “i suoi miracoli sono i suoi scritti”.
Perché i suoi scritti sono miracoli?
Perché invitano alla conoscenza.
San Tommaso viveva in un contesto molto diverso dal nostro.
Eppure, lui ha anticipato ciò di cui abbiamo bisogno oggi per vivere il nostro tempo.
Si può vivere senza conoscenza? O meglio, si può sperare senza la conoscenza?
Negli anni passati forse sì. Ma oggi è davvero impossibile, anzi addirittura dannoso per la vita di ciascuno di noi.
Essere in balìa del caso o delle proposte prodotte dagli strumenti tecnologici significa non costruire la propria vita.
Il filosofo e teologo San Tommaso ci ricorda, tanti secoli prima, che anche nel mondo moderno è possibile conoscere. Anzi è ancora più decisivo il desiderio di capire!
La conoscenza non ha limiti, mentre il programma tecnologico sì. Confondere la conoscenza con il prodotto tecnologico significa tornare indietro nella storia.
Vostro Vescovo Lorenzo